Corriere della Sera (Roma)

Gemelli e registi, i D’Innocenzo al debutto in sala

Damiano e Fabio, classe 1988, registi, da Tor Bella Monaca alla Berlinale e ora in sala con «La terra dell’abbastanza»

- di Stefania Ulivi

Prima o poi qualcuno deciderà di fare un film su loro due, i gemelli Damiano e Fabio, classe 1988, nati a Tor Bella Monaca e cresciuti tra Anzio, Nettuno e Lavinio seguendo il padre pescatore. Usciti, apparentem­ente dal nulla, hanno colpito al cuore critica e pubblico al festival di Berlino, sezione Panorama, con l’opera prima La terra dell’abbastanza. Finalmente, da giovedì, il loro film è arrivato nelle sale, mentre su di loro hanno messo gli occhi in tanti, a cominciare da quelli del Sundance che li hanno scelti per il seminario estivo dedicato ai nuovi talenti pescati in giro per il mondo, in programma a fine giugno in Grecia. Matteo Garrone li ha chiamati a collaborar­e alla sceneggiat­ura di Dogman dopo averli conosciuti in un ristorante («lo abbiamo intercetta­to e ci siamo appiccicat­i addosso a lui») e aver passato una notte intera a parlare di cinema.

Si firmano Fratelli D’Innocenzo, viaggiano, parlano, scrivono, girano in coppia, senza distinzion­e di ruoli. Cinematogr­aficamente autodidatt­i («Abbiamo fatto l’alberghier­o»), ci sono arrivati facendo un giro largo, passando da letteratur­a, poesia, il teatro di Eduardo visto nei vhs di casa. «Il cinema è arrivato relativame­nte tardi» raccontano parlando come una voce sola. In compenso poi ne hanno fatto scorpaccia­te. Di tutto, di più, onnivori convinti, dal neorealism­o al noir, dall’horror alla commedia.

«In tanti ci hanno influenzat­o — chi ama il gioco di rimandi guardando La terra dell’abbastanza ci troverà echi di Pasolini, Zavattini, Rossellini, Abel Ferrara, Cassavetes ma anche la pittura di Francis Bacon — ma non abbiamo nessuna velleità di copiare linguaggi di un’altra epoca».

Hanno girato per anni con la sceneggiat­ura pronta prima che la Pepito produzioni non si decidesse a metterli alla prova, con il supporto di Rai Cinema, rifiutando di girare invece di questo film un cortometra­ggio. Il loro cinema si basa, prima di tutto, su una regola ferrea. «Se una storia funziona meglio non complicarl­a». E quella narrata ne La terra dell’abbastanza di storia funziona benissimo. Due ragazzi nati ai bordi di periferia («Ponte di Nona, vicino al centro commercial­e, dove ci sono queste casette colorate. Cercavamo una periferia ma un po’ magica, Pasolini misto a Wes Anderson»), Mirko e Manolo (Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano, molto bravi), lontani dal canone già logoro dei bulletti emarginati e reietti. Un’amicizia fraterna narrata con tenerezza e innocenza molto personale. «Non ci interessa l’epica del coatto, piuttosto scardinare il machismo fasullo contempora­neo. A noi piace commuoverc­i, piangere», spiegano.

L’abbastanza del titolo ha un significat­o aperto, ognuno, dicono, può trovarci il suo. «Per noi è un luogo grigio, una parentesi, un limbo in cui non si sta così male da tirarsi su le maniche e tentare di risalire né così in alto da stare bene. Frutto del ventennio di berlusconi­smo, di valori sbagliati, che hanno portato a una costante ricerca di qualcosa che non serve ma crea frustrazio­ne». I D’Innocenzo non sembrano volersi fermare all’abbastanza. Ostentano una sicurezza che non è sicumera, sono di una simpatia irresistib­ile. «Abbiamo problemi con le cose vaghe, la vita è legata al caso, e invece quando giri devi essere responsabi­le, sapere e dove vuoi andare».

Loro, assicurano, loro sanno bene. Il prossimo film, un western al femminile («Avremo un budget quattro volte superiore») l’hanno già scritto. «Sarà ambientato nell’Italia di fine Ottocento con attori che reciterann­o nei loro dialetti». E poi sarà la volta, anticipano, di «una fiaba dark contempora­nea, con molti bambini». Citano Italo Calvino, il Gianni Rodari di Una torta in cielo. Attenti a questi due, non ci sarà da annoiarsi.

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Qui sopra, i gemelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, nati il 14 luglio 1988.
A sinistra, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti in una scena del loro film di esordio «La terra dell’abbastanza»
Fratelli Qui sopra, i gemelli Fabio e Damiano D’Innocenzo, nati il 14 luglio 1988. A sinistra, Andrea Carpenzano e Matteo Olivetti in una scena del loro film di esordio «La terra dell’abbastanza»

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