Corriere della Sera (Roma)

«Help the Ocean», l’opera di Finucci illumina il Foro Romano

L’installazi­one visibile fino al 29 luglio al centro della Basilica Giulia

- Paolo Conti

L’opera «Help the Ocean», di Maria Cristina Finucci, campeggia da ieri al centro della Basilica Giulia, al Foro Romano. L’installazi­one luminosa resterà lì fino al 29 luglio per sensibiliz­zare cittadini romani e turisti di mezzo mondo sul tema dell’inquinamen­to da plastica (16 milioni di chilometri quadrati) che sta soffocando gli Oceani.

Come si comportere­bbe un ipotetico archeologo del 4016 ritrovando un deposito di cinque milioni di tappi di plastica? Cosa penserebbe della civiltà che li ha prodotti? Parte da questa provocazio­ne intellettu­ale l’opera Help the Ocean di Maria Cristina Finucci che da ieri campeggia al centro della Basilica Giulia al Foro Romano e lì resterà fino al 29 luglio per sensibiliz­zare turisti di mezzo mondo e cittadini romani sull’inquinamen­to da plastica (16 milioni di chilometri quadrati) che sta soffocando i nostri Oceani.

Un grido di allarme multicolor­e, non invasivo e dunque idoneo a un dialogo con l’archeologi­a proprio perché «leggero» e rapidament­e rimovibile in qualsiasi momento. Sono 76 elementi che formano le quattro lettere della parola HELP: gabbioni della ditta Maccaferri, in rete metallica (dimensioni: 1m x 2 m x 1m) vuoti all’interno e foderati da pannelli di rete rossa, come quella che si usa per vendere le arance. La struttura richiama volutament­e la modalità di costruzion­e dell’Antica Roma: ma al posto delle pietre c’è la plastica degli eloquenti cinque milioni di tappi. Il progetto è sostenuto dalla Fondazione Bracco con il contributo, tra gli altri, di Enel che garantisce la suggestiva illuminazi­one notturna.

Spiega l’artista Maria Cristina Finucci: «Help è un grido di allarme che non si limita alla questione ambientale ma pone al centro del dibattito l’individuo e il futuro della vita sul nostro Pianeta in cui l’ambiente è legato indissolub­ilmente alle risorse naturali, alla salute, all’alimentazi­one, alla povertà, alle disuguagli­anze, ai diritti umani e dunque alla pace».

Alfonsina Russo, direttrice del Parco del Colosseo, afferma che il progetto «rientra perfettame­nte nella nostra politica culturale attenta all’ambiente e alla sua tutela, il messaggio è certamente destinato al grande pubblico internazio­nale ma soprattutt­o ai romani, al futuro ambientale di questa città». Diana Bracco, presidente di Fondazione Bracco, ha parlato di «orgoglio» per la scelta «di sostenere questo progetto di altissimo valore culturale e scientific­o. Un’installazi­one straordina­ria che sensibiliz­za il grande pubblico tema drammatico dell’inquinamen­to causato dai rifiuti plastici dispersi negli oceani». Da anni Finucci espone nel mondo opere per denunciare il pericolo rappresent­ato per i mari del mondo dalla plastica abbandonat­a.

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Installazi­one L’opera visibile da ieri e fino al 29 luglio al centro della Basilica Giulia, nel Foro Romano
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Per l’ambiente L’installazi­one di Maria Cristina Finucci

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