Cura del verde, colletta tra cittadini
Via Flaminia, giardini abbandonati: commercianti e residenti si tassano e incaricano una ditta
Per falciare il verde dei giardini di via Flaminia hanno fatto una colletta. E per arrivare al totale degli 800 euro necessari per pagare la ditta, hanno fatto a metà: 400 euro gli abitanti, poco più di 10 euro a testa; 400 euro i titolati del Treebar, il locale accanto alla fontana. «Siamo arrivati per disperazione a questa decisione - racconta Laura Ricci dell’associazione Il Parco -. A parte il decoro e il pericolo di incendi, a causa degli insetti non potevamo più uscire con i cani».
Per falciare il verde dei giardini di via Flaminia hanno fatto una colletta. E per arrivare al totale degli 800 euro necessari per pagare la ditta, hanno fatto a metà: 400 euro gli abitanti, poco più di 10 euro a testa; 400 euro i titolati del Treebar, il locale accanto alla fontana. I lavori sono appena iniziati ma poiché le falciatrici non erano sufficientemente grandi per la vastità del lavoro, ritorneranno nei prossimi giorni. «Siamo arrivati per disperazione alla decisione di pagare da noi il taglio dell’erba - racconta Laura Ricci dell’associazione Il Parco -. A parte il decoro e il pericolo di incendi non potevamo più uscire con i cani: spesso per gli insetti dovevamo poi portarli dal veterinario. Così si siamo detti “è il Comune che deve intervenire ma è troppo urgente, facciamo da noi”». Racconta anche che sono 20 giorni che non vengono a ritirare l’immondizia e che dopo essere andati all’Ama e al servizio Giardini di zona si sono sentiti dire che perfino i sacchetti erano finiti.
Ma tutti i giardini di via Flaminia, la lunga striscia di verde, ghiaia e alberi che costeggia viale Tiziano, sono ridotti allo stremo. Panchine rotte, palme dai rami pendenti e secchi, sporcizia ed erba altissima. Non si direbbe proprio che sono stati disegnati da Raffaele De Vico, uno dei più grandi paesaggisti di Roma, agli inizi del ‘900 quando sorgevano i contigui quartieri di Prati e dei Parioli. Un verde studiato con attenzione e diviso al centro dalla piccola chiesa di Sant’Andrea del Vignola, ormai anch’essa circondata dalla giungla di piante selvatiche.
La prima parte, che inizia a Belle Arti, è maggiormente in abbandono: il viale di palme ha assunto un tetro color marroncino, la ghiaia è quasi sparita e la statua al centro, dedicata ai fratelli Archibugi, circondata da cartacce. Tutto introno le aiuole sono un’alta fioritura di piante selvatiche. Nella seconda parte, invece, che arriva a piazzale Manila così chiamata dal poeta filippino José Rizal, la situazione migliora solo leggermente sia per i giochi dei bambini sia per la fontana, danneggiata dalla caduta di un pino nel 2015 e restaurata nel 2017 da alcuni mecenati olandesi, perché inclusa nei risarcimenti per riparare i danni inferti alla Barcaccia dagli hoolingan del Feyenoord. Sono i punti più critici: una pozza perenne dovuta anche all’ingresso e alla sosta delle auto su quella parte di terreno e i rami dei pini caduti e rimasti a terra. Oltre alla consueta
Degrado «Da 20 giorni non ritirano l’immondizia. “Sacchetti finiti”, ci ha detto l’Ama»
Associazione Amuse «Lavoriamo per riportare in condizioni accettabili l’area storica accanto a Villa Giulia»
giungla di erba alta.
Una situazione di degrado che va avanti da anni. «L’associazione Amuse da tempo cerca di riportare in una condizione accettabile quest’area di verde storico a due passi da Villa Giulia - afferma Federica Alatri -. Nel tempo ha organizzato azioni di pulizia eseguite dai cittadini stessi. Poi ha scritto al Municipio e al Comune per chiedere di intervenire sul sistema idrico che ha grossa perdita accanto la statua del poeta filippino. Ha scritto al servizio giardini per le potature, per il ripristino dei cestini e delle panchine. Qualche intervento c’è stato, ma senza continuità: quindi, qui, il degrado è perenne».