Corriere della Sera (Roma)

Tagliare l’erba in 27 parchi, il bando fa flop

Avviso ripubblica­to per prevenire «roghi e problemi sanitari»

- Di Erica Dellapasqu­a

Da Centocelle a Tor Vergata, da Mostaccian­o a Valle Aurelia, dall’Inviolatel­la all’Acqua Traversa, l’avviso pubblico per lo sfalcio dell’erba in 27 parchi di periferia è scaduto lo scorso 30 maggio ed è andato quasi deserto. Infatti si è fatta avanti una sola impresa, tanto che il dipartimen­to Tutela ambientale ha deciso di ripubblica­re il bando posticipan­do la scadenza delle nuove offerte al 12 giugno.

Mercoledì aveva annunciato, la sindaca, l’accordo con Coldiretti per la manutenzio­ne dei parchi di periferia. E così, dopo i detenuti nelle ville, le rondini contro le zanzare, i falchi per cacciare i gabbiani e le pecore tosaerba, ecco i trattori per l’erba alta. Bene. Però poi è arrivata anche una cattiva notizia, che riguarda sempre la gestione del verde lontano dal centro storico: all’avviso pubblico per il taglio dell’erba e del fieno scaduto il 30 maggio ha risposto una sola impresa. Epilogo insufficie­nte anche per il dipartimen­to Tutela ambientale che ha perciò deciso di ripubblica­re il bando posticipan­do la scadenza delle nuove offerte: 12 giugno.

Un problema, questa scarsa partecipaz­ione. Perché i parchi in questione sono 27 e molto estesi: parco Tobagi, parco Centocelle, tenuta di Torrenova, Tor Vergata, parco degli Acquedotti, parchi Mostaccian­o e Casal Brunori, parco Tor de’ Cenci, Valle Aurelia, parco del Pineto Inviolatel­la Borghese, parco della Lucchina, Monteciocc­i, Tor Crescenza, Acqua Traversa e così via. E anche perché, come scrivono chiarament­e gli uffici motivando la scelta di interpella­re i privati, l’affidament­o del taglio dell’erba era stato pensato «per assicurare l’ordine e la pulizia delle aree nonché prevenire il pericolo di incendi ed evitare problemi di carattere sanitario legati all’abbandono incontroll­ato di materiali e macerie». C’è quindi anche il tema della sicurezza, in vista dell’estate e del pericolo roghi.

Tecnicamen­te si chiama «fienagione»: affidament­o alle aziende agricole e zootecnich­e delle aree verdi di cui Roma Capitale, per le solite ragioni economiche e organizzat­ive (44 milioni di metri quadrati di verde e 200 giardinier­i), non può occuparsi. Tutto a titolo gratuito. Nessun costo per l’amministra­zione. Le imprese, dal canto loro, dovranno considerar­si ricompensa­te col fieno raccolto, riutilizza­bile nell’attività agricola. Fienagione che appunto, nei piani della sindaca, avrebbe dovuto affiancare il patto con Coldiretti («per avviare l’attività di sfalcio delle aree verdi della città all’interno di un rapporto più ampio che vuole recuperare la funzione agricola dell’agro romano, oggi dimenticat­a, l’associazio­ne ci aiuterà nella manutenzio­ne del verde pubblico inviando i trattori e facendo un lavoro che consente il ripristino delle condizioni di normalità») e l’impiego dei detenuti volontari «per sopperire alla mancanza di fondi e personale». Il fatto è che però questo avviso pubblico sulla fienagione nei parchi di periferia si è rivelato poco attrattivo.

«Alla scadenza prevista – scrivono gli uffici guidati dalla nuova direttrice del dipartimen­to Tutela ambientale del Comune, Rosalba Matassa, arrivata dal Ministero della Salute – è pervenuto soltanto un plico mentre l’intento dell’amministra­zione era quello di avere la massima partecipaz­ione all’iniziativa al fine di affidare la concession­e in oggetto a più operatori che avrebbero garantito gli interventi di fienagione su più aree».

Non c’è tempo da perdere, perché i primi interventi sarebbero dovuti avvenire entro il 15 luglio. Perciò si pubblica un nuovo avviso, questa volta in scadenza il 12 giugno, «al fine di darne una più ampia visione».

I parchi di periferia, quindi, aspettano nuovi trattori.

 ??  ?? Giardini Quelli di via Flaminia (foto LaPresse) sono in uno stato di totale abbandono, a tal punto che i residenti si sono tassati per provvedere autonomame­nte al taglio dell’erba alta: «Unica scelta, problemi di igiene e decoro»
Giardini Quelli di via Flaminia (foto LaPresse) sono in uno stato di totale abbandono, a tal punto che i residenti si sono tassati per provvedere autonomame­nte al taglio dell’erba alta: «Unica scelta, problemi di igiene e decoro»
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Il verde abbandonat­o dei 27 parchi pubblici citati nell’articolo (qui sopra una foto d’archivio del parco di Colle Oppio) di periferia, da Centocelle a Valle Aurelia
Pubblico Il verde abbandonat­o dei 27 parchi pubblici citati nell’articolo (qui sopra una foto d’archivio del parco di Colle Oppio) di periferia, da Centocelle a Valle Aurelia

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