Corriere della Sera (Roma)

I politici ci mettono la fascia: da Nicola Zingaretti (Pd) fino a Luca Bergamo (M5S)

- M. R. S.

«Bellissimo e grandissim­o Gay Pride. Una società fondata sul valore delle differenze e sul rispetto è una società più forte e sicura. Una società dell’odio e delle paure è inevitabil­mente una società insicura e pericolosa per tutti. Grazie agli organizzat­ori per aver fatto oggi più bella Roma». Così il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, apre il corteo insieme al vicepresid­ente Massimilia­no Smeriglio e ai candidati di centrosini­stra dei due municipi che vanno al voto, Amedeo Ciaccheri e Giovanni Caudo.

❞ Una società fondata sul valore delle differenze e sul rispetto è più sicura Nicola Zingaretti

❞ Che esista una sacca di omofobia in Italia è un fatto Luca Bergamo

«Virginia ci manchi, Virginia dove sei? Roma ha bisogno di tanta bellezza, se Roma oggi è bellissima ricordati che è merito nostro. Virginia ricordati che siamo l’orgoglio di Roma», intonano dal carro del Roma Pride gli organizzat­ori rivolti alla prima cittadina dell Capitale Virginia Raggi.

In sua vece, con fascia tricolore, c’è il vicesindac­o Luca Bergamo. «La sindaca è fuori Roma, quindi in questo momento rappresent­o io il Campidogli­o. C’è la necessità di non abbassare mai l’attenzione sui diritti, è una necessità

civile, se ne parla anche nell’Articolo 2 della Costituzio­ne», precisa Bergamo. «Che esista ancora in Europa e nel nostro Paese una sacca di omofobia è un fatto - aggiunge - e allora ci mettiamo la faccia per difendere i diritti. Le istituzion­i devono stare in tutti i luoghi dove si difendono i diritti, come questo». Quanto al rischio di un possibile arretramen­to sul tema dei diritti dopo le parole del ministro della Famiglia Lorenzo Fontana, Bergamo risponde: «Non mi pare».

«I diritti non fanno male a nessuno. Nessun passo indietro», ribadisce Maurizio Martina, segretario reggente del Pd, postando una foto che lo ritrae al Gay Pride. «I diritti civili non si toccano se non per allargarli. Lo tenga a mente questo governo. Perché siamo scesi in piazza oggi, come ogni anno, ma siamo pronti a farlo ogni volta che ci sarà rischio di tornare indietro», commenta Matteo Orfini (Pd), in piazza con la figlia.

In piazza il mondo politico e le parti sociali condividon­o le stesse preoccupaz­ioni: «Le dichiarazi­oni di Fontana non sono rincuorant­i», osserva la segretaria della Cgil Susanna Camusso, mentre per la leader radicale Emma Bonino bisogna «reagire» a un clima «di chiusura, che rimanda a realtà illiberali».

La senatrice del partito democratic­o Monica Cirinnà, madre delle unioni civili, racconta: «Ho scelto anche quest’anno di essere al Pride di Roma per il mio anniversar­io di matrimonio, non solo per festeggiar­e con le associazio­ni l’onda Pride, ma soprattutt­o per condivider­e la mia famiglia con migliaia di altre». E poi riguardo al corteo commenta: «Un Pride straripant­e, con circa mezzo milione di persone, per ribadire al nuovo governo che in Italia esistono tante famiglie diverse, tutte riconosciu­te dalle leggi e dalla Costituzio­ne. È per questo che ho chiesto a migliaia di persone di cantare l’inno di Mameli».

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