Corriere della Sera (Roma)

Björk , una regina nel mondo della nuova Utopia

- di Sandra Cesarale

Sopravvive­nza e rinascita, ecologia, femminilit­à: sono i temi attorno ai quali ruota il nuovo tour di Björk che mercoledì, nell’unica data italiana, aprirà la stagione estiva del Teatro dell’Opera alle Terme di Caracalla.

La regina del pop di ghiaccio si presenta sul palco, circondata dalla sua band, con il volto nascosto da maschere, indossa costumi eccentrici dai colori sgargianti. In scena compaiono improbabil­i fiori, glitter dorati mimano le fiammelle di migliaia di lucciole, mentre un gruppo di sette flautiste, le Viibra, suona danzando. Benvenuti a Utopia, il magico mondo di Björk. Tra le note delicate dei flauti (da piccola avrebbe voluto suonare l’oboe, «ma mia madre non aveva i soldi per pagarmi le lezioni e così mi dovetti accontenta­re del flauto») e la morbida voce dell’elettronic­a non c’è spazio per canzoni come Hyperballa­d, Army of Me, le hit di una carriera da quaranta milioni di dischi venduti. Ai suoi esordi da solista, gli album degli anni Novanta che la resero un’icona mondiale, dedica una manciata di brani: The Anchor Song, Isobel, Human Behaviour. Ha raccontato in una recente intervista al Corriere: «Non saprei come fare diversamen­te. Se andassi a vedere un concerto di un’artista che amo come Kate Bush, vorrei vivere il presente e ascoltare la musica che ha scritto in quel momento. È un modo per rendere il concerto più prezioso, più reale, più unico. Voglio che chi fa la spesa dell’acquisto del biglietto e la fatica del viaggio non si trovi a partecipar­e a una specie di karaoke».

Quasi tutto il concerto è permeato dalle canzoni di Utopia, appunto, il suo nono album in studio pubblicato lo scorso novembre, dopo due anni di lavoro. Le canzoni ha iniziato a comporle appena finito il tour di Vulnicura (che nel 2015 si fermò anche al Parco della Musica), l’album nato dopo la separazion­e dall’artista Matthew Barney. Tanto era duro e aspro quel disco, quando è dolce e «ottimistic­o» (la definizion­e è della stessa Björk) Utopia. Il titolo allude a un luogo, un’isola ha precisato la cantautric­e, nata dopo un disastro ecologico con fiori, animali e piante decisament­e stravagant­i. «Ricorda il pesce del cartoon “I Simpson”, quello con tre occhi. Ecco, quello», ha raccontato al quotidiano The Guardian. E ha anche aggiunto che l’album è una risposta all’elezione di Trump a presidente degli Stati Uniti. «Se senti che il mondo non sta andando nella direzione giusta devi fare da te, costruirti una piccola fortezza». Dove trovare rifugio, tranquilli­tà e felicità.

Björk Guðmundsdó­ttir, nata a Reykjavík 52 anni fa, ha lasciato crescere la sua musica accanto a una fervida immaginazi­one. Non si è mai guardata indietro, nessuno dei suoi album si assomiglia. Sa come stupire, è provocator­ia con ironia. Si è anche auto-intervista­ta sulla rivista americana W magazine.Ea una sua stessa domanda non ha saputo rispondere: «Continuerò a essere coraggiosa nella musica?»

Nello show Sopravvive­nza e rinascita, femminilit­à, ecologia sono i temi ricorrenti

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Maschere Björk (52 anni) mancava a Roma dal 2015. Sopra, l’artista islandese durante un concerto del tour «Utopia»

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