Rigenerazione urbana chiave per rinascere
Era un edificio abbandonato da tempo, da un mese è sede della Fondazione Cerasi che mostra al pubblico, in via Merulana, una magnifica collezione di arte contemporanea. Questa è la «rigenerazione urbana». Si tratta di un esempio in scala minore, perché la vera rigenerazione di una città riguarda la rinascita di aree più ampie, di interi quartieri. La Regione Lazio l’anno scorso ha varato una legge che promuove le attività in questo senso. Ieri i costruttori romani (Acer) hanno voluto riunire attorno a un tavolo, proprio nell’edificio dedicato alla cultura, i soggetti attuatori del possibile processo rigenerativo della Capitale.
Il business è in calo e li spinge a cercare nuove prospettive di guadagno, passando anche per la rigenerazione. Sembra paradossale, ma sono loro a chiedere più iniziative da parte del settore pubblico: un maggiore coordinamento tra Regione (cs) e Comune (M5S), una consistente «visione di città» al Campidoglio, idee chiare alla Sovrintendenza archeologica statale. Dicono «Pubblico è bello» pensando che nuovi cantieri «rigeneranti» siano una via d’uscita dalla crisi.
Il confronto tra gli assessori comunale Luca Montuori e regionale Massimiliano Valeriani ha come risultato un riavvicinamento delle rispettive posizioni che finora hanno frenato la legge sulla rigenerazione urbana. Se il sovrintendente Francesco Prosperetti chiarisce di voler favorire interventi strategici, di infrastrutture urbanistiche, piuttosto che impantanarsi in casi di singole palazzine da rivalorizzare, il capo dei costruttori, Nicolò Rebecchini, invoca «una maggiore presenza della parte pubblica» che dia una prospettiva decennale alla città: solo così, applicando la legge regionale con l’appoggio concreto del Comune, l’attività edilizia potrà contare su un filone di sviluppo strategico.
I quattro moschettieri della rigenerazione romana manifestano l’intenzione di collaborare, di mettere da parte ideologismi e incomprensioni: sembrano quasi evocare il fatidico «Uno per tutti e tutti per uno». La presentazione del Piano per la rigenerazione dell’area ex Bastogi, a Torrevecchia, è scivolata via: è di difficile attuazione, molti degli attuali abitanti sono okkupanti e le nuove case non potrebbero ospitarli.
Il guru dei costruttori romani, l’ottuagenario Carlo Odorisio, con la sua esperienza così ha commentato l’incontro: «Qualcosa si muove. Ma il Comune deve fare la sua parte».
Confronto Tra gli assessori regionale e comunale