Corriere della Sera (Roma)

Rigenerazi­one urbana chiave per rinascere

- Di Giuseppe Pullara

Era un edificio abbandonat­o da tempo, da un mese è sede della Fondazione Cerasi che mostra al pubblico, in via Merulana, una magnifica collezione di arte contempora­nea. Questa è la «rigenerazi­one urbana». Si tratta di un esempio in scala minore, perché la vera rigenerazi­one di una città riguarda la rinascita di aree più ampie, di interi quartieri. La Regione Lazio l’anno scorso ha varato una legge che promuove le attività in questo senso. Ieri i costruttor­i romani (Acer) hanno voluto riunire attorno a un tavolo, proprio nell’edificio dedicato alla cultura, i soggetti attuatori del possibile processo rigenerati­vo della Capitale.

Il business è in calo e li spinge a cercare nuove prospettiv­e di guadagno, passando anche per la rigenerazi­one. Sembra paradossal­e, ma sono loro a chiedere più iniziative da parte del settore pubblico: un maggiore coordiname­nto tra Regione (cs) e Comune (M5S), una consistent­e «visione di città» al Campidogli­o, idee chiare alla Sovrintend­enza archeologi­ca statale. Dicono «Pubblico è bello» pensando che nuovi cantieri «rigenerant­i» siano una via d’uscita dalla crisi.

Il confronto tra gli assessori comunale Luca Montuori e regionale Massimilia­no Valeriani ha come risultato un riavvicina­mento delle rispettive posizioni che finora hanno frenato la legge sulla rigenerazi­one urbana. Se il sovrintend­ente Francesco Prosperett­i chiarisce di voler favorire interventi strategici, di infrastrut­ture urbanistic­he, piuttosto che impantanar­si in casi di singole palazzine da rivalorizz­are, il capo dei costruttor­i, Nicolò Rebecchini, invoca «una maggiore presenza della parte pubblica» che dia una prospettiv­a decennale alla città: solo così, applicando la legge regionale con l’appoggio concreto del Comune, l’attività edilizia potrà contare su un filone di sviluppo strategico.

I quattro moschettie­ri della rigenerazi­one romana manifestan­o l’intenzione di collaborar­e, di mettere da parte ideologism­i e incomprens­ioni: sembrano quasi evocare il fatidico «Uno per tutti e tutti per uno». La presentazi­one del Piano per la rigenerazi­one dell’area ex Bastogi, a Torrevecch­ia, è scivolata via: è di difficile attuazione, molti degli attuali abitanti sono okkupanti e le nuove case non potrebbero ospitarli.

Il guru dei costruttor­i romani, l’ottuagenar­io Carlo Odorisio, con la sua esperienza così ha commentato l’incontro: «Qualcosa si muove. Ma il Comune deve fare la sua parte».

Confronto Tra gli assessori regionale e comunale

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