Corriere della Sera (Roma)

L’acquedotto di Nerone assediato dalla «monnezza»

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È vero che Nerone combinò di peggio, e quindi una nemesi della storia ci può stare. Però a farne le spese è chi in zona Porta Maggiore abita, lavora, va a fare una passeggiat­a. Da settimane l’acquedotto neroniano, realizzato dall’imperatore per alimentare i giardini e il laghetto della sua grandiosa reggia (la Domus Aurea), è assediato dai rifiuti e dall’incuria (erbacce alte un metro e mezzo) come ai tempi delle emergenze più nere. Il degrado dura da anni, ma ora è sfuggito di mano a causa dei lavori in via Statilia. Il cantiere stradale, infatti, procede in modo alquanto «creativo», con recinzioni traballant­i e bagni prefabbric­ati piazzati in mezzo alla carreggiat­a, provocando un tale caos, aggravato dalle bisarche in uscita dalla concession­aria Fiat, che deve aver indotto l’Ama a girare alla larga e la gente ad andare per le spicce. «Hai visto i secchioni di via Statilia? So’ comodi, un po’ inguattati... Passa da dietro che nun te vede nessuno...» Risultato: prima un materasso, poi una poltrona sfondata, a seguire il bidet sbreccato e il bustone con i pannolini sporchi del pupo, e l’effetto discarica è garantito. Una signora accelera il passo, si tura il naso ed esclama: «Non si respira, chiamate l’esercito!» Con l’appoggio delle guardie zoofile, magari: tanti giurano di aver visto «serpenti lunghi un metro» nella giungla sotto le arcate dell’acquedotto. Evviva. Roma, 2018. Duemila anni dopo. Con vista su un’opera straordina­ria, tirata su quando l’Urbe primeggiav­a nel mondo. ( f. pe.)

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