QUEI DUE GIOVANI CARABINIERI E IL RAGAZZO IN DIFFICOLTÀ
Caro Conti, nella notte tra sabato 9 e domenica 10 in via Lattanzio un giovane si è sentito male, urlava, era in preda probabilmente a una crisi di panico o per assunzione di droga. Sono arrivati due carabinieri, uno sui 30 e uno sui 20 anni. Efficientissimi, sorridenti, bravi: il più giovane è riuscito a calmare il ragazzo che era disteso sotto un’auto parcheggiata, spiegandogli che anche lui aveva la sua stessa età e sollecitandolo con un sorriso a farsi soccorrere. E ciò avvenuto dopo pochi minuti. Intanto l’altro allertava l’ambulanza spiegando l’accaduto con perizia. Complimenti! Un volontario
Quante volte abbiamo scritto che Roma è malata di «nonmicompetismo», morbo che impedisce ogni assunzione di responsabilità? Questa storia è ben diversa. Due carabinieri giovani, pazienti, attenti, anche sensibili, hanno aiutato un ragazzo in difficoltà: perché quella vicenda era di loro «competenza» non solo professionale ma anche umana. Lei descrive un bel dialogo tra ventenni: uno in divisa, l’altro sul confine della marginalità sociale. Non conosciamo i nomi di quei due carabinieri, ma sottoscrivo i suoi complimenti aggiungendo un grazie di cuore. Roma, ecco la prova, può essere migliore.