Corriere della Sera (Roma)

«Disabili discrimina­ti»

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Sono architetto, vivo mella Repubblica Domenicana e sono a Roma per una breve vacanza. Ho un problema di mobilità che mi obbliga a percorsi molto brevi. Domenica decido di visitare la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Valle Giulia, dove scopro con preoccupaz­ione che nelle varie ampie sale non ci sono, come in tutti i musei del mondo, panche per sostare anche solo per godere con più calma la visione delle opere. Inoltre le scale non hanno corrimano e infine, volendo interrompe­re la visita per il troppo affaticame­nto, non trovo indicazion­i per raggiunger­e con il percorso più breve l’uscita. Raggiuntal­a con qualche difficoltà faccio presente l’inconvenie­nte agli addetti: la sorprenden­te spiegazion­e è che l’allestimen­to della direttrice Cristina Collu non prevede l’inseriment­o tra le opere di oggetti di arredo quali panche o divani. Questo significa che le persone con problemi di mobilità più o meno gravi non possono visitare la Gnam alla faccia delle discrimina­zioni di genere e della diffusione della cultura. Una direttrice di muCredo seo è libera di esporre le opere e gli artisti che vuole, dove e come le sembra più giusto, ma il pubblico deve poterlo visitare in condizioni più agevoli di quelle da me incontrate.

Gianfranco Fini, affiliato «Internatio­nal Council of Museums»

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