Rimossa dopo le elezioni, lei: non ne so nulla
Èsorpresa, Rosalba Matassa, la dirigente designata a capo del dipartimento Ambiente (la nomina è arrivata a marzo con la procedura d’interpello). I boatos riportati dal Messaggero la vorrebbero in uscita: rimossa per dare un segnale (non solo simbolico) in uno dei settori più sensibili, dal verde ai rifiuti, dopo il flop elettorale dei Cinque stelle nei Municipi III e VIII. Se non fosse che la veterinaria vicina al presidente della commissione Ambiente, Daniele Diaco, sostiene di non sapere nulla: «Ho letto la notizia sui giornali, non mi risulta». Tra le molte versioni della storia, si vocifera che sia lei a voler lasciare l’incarico, ma la dirigente smentisce: «Amo il mio lavoro, che svolgo con impegno e senso di responsabilità». Sul clima negli uffici ed eventuali dissapori, ribadisce: «Nei limiti della legalità ho sempre fatto ciò che mi è stato chiesto». Quando il colloquio prova a inoltrarsi nelle dinamiche politiche, Matassa si interrompe: «Non posso parlare con la stampa senza l’autorizzazione del Campidoglio». Comandata al Comune di Roma dal ministero della Salute, dove si è battuta contro i canili lager, si sarebbe dovuta occupare del benessere degli animali: dopo il trasferimento di Antonello Mori ai Trasporti, ha assunto ad interim la guida del Servizio Giardini, per essere poi promossa ai vertici del dipartimento. Porta la sua firma la determina per l’acquisto di «Spelacchio», l’abete natalizio della Val di Fiemme tramutato in star dei social nonostante (o grazie) all’aspetto dimesso: quei rami spogli, dopo tante ironie, hanno finito per intenerire romani e turisti. Per porre fine alle polemiche, si è pensato di donare a Spelacchio una nuova vita: con il legno dell’albero sarà realizzata una casetta, per consentire alle mamme di accudire in sicurezza e privacy i propri bambini.