Atac, sul bus 669 ecco il tornello Soddisfatti i viaggiatori: «Era ora»
Il sistema obbliga chi sale ad acquistare il biglietto se non lo ha
«Era ora!». Monica Dionisi, lavoratrice pendolare di Monterotondo, lo esclama con gusto, quando ieri mattina entra nell’autobus 669 e vede il tornello giallo che blocca l’entrata. «Io ho la tessera mensile, mio marito quella annuale racconta -. Per lavorare noi abbiamo bisogno del servizio pubblico e se tutti pagassero sarebbe più efficiente».
Giornata di sperimentazione sul bus che prova con la sbarra collegata all’obliteratrice a far cambiare le abitudini a chi sale sui mezzi senza biglietto. Si parte dal piazzale Leonardo Murialdo, quartiere Marconi, un dipendente Atac controlla l’ingresso, offre spiegazioni e biglietti a chi non ne possiede, un vigilante sorveglia la porta posteriore (solo per scendere) ed impedisce la salita e poi c’è un funzionario Atac del servizio Vigilanza e Customer Care Atac, che osserva e prende nota delle criticità, di quello che non funziona e si può migliorare.
Siamo a Roma, anzi a Roma
Sud: anche un tornello diventa l’occasione di scambi di batture, informazioni, chiacchiere insomma. All’altezza di via Castiglione entrano due ragazze in pantaloncini, con il pallone da basket: «Mo’ perché avete messo questa cosa? », chiedono al paziente addetto Atac. Entrano due anziani di Tor Marancia, «anvedì la Raggi che ha fatto?». «Ha fatto bene, mica è giusto che noi paghiamo e quelli no». Non si capisce chi siano quelli, l’ami-
co ferma la polemica sul nascere, «non cominciare eh... anche i romani non pagano, mica solo gli stranieri».
A meta del percorso, accidentato da ammortizzatori provati dall’usura, i passeggeri aumentano. «Ammazza che bella novità». «Finalmente finirà questa storia che pagano solo gli anziani». Un passeggero chiede: «Ma quando c’è tanta gente non si crea la fila?».
Il tornello giallo ha un indiscusso fascino, monopolizza le conversazioni di quasi tutti gli utenti. «Noi siamo molto contenti - racconta Paola, 78 annni, della Garbatella quando vado in autobus e vedo un’intera famiglia che non paga mi viene una grande rabbia». A largo delle Sette Chiese entra un signore elegante, vestito di chiaro, «ma che stiamo diventando un paese civile?», commenta. Nessuno manifesta fastidio, anche per i rallentamenti provocati da quelli che non hanno il biglietto e che quindi, per l’acquisto a bordo, ritardano l’ingresso. Il bus perde qualche minuto, la novità rallenta la corsa tra i quartieri Marconi, Montagnola, Tor Marancia, Garbatella, ma gli utenti sono clementi. «Speriamo che così migliorino i bus, mica possiamo stare senza». Dopo solo un’ora, da capolinea a capolinea, sono 15 i biglietti in più fatti. Se non ci fosse stato il tornello sarebbero stati in meno.
«Anvedi la Raggi che ha fatto, ma ha fatto bene. Mica è giusto che noi paghiamo e gli stranieri no». «Ma anche i romani non comprano il biglietto»
Due passeggeri