Corriere della Sera (Roma)

Il cinema inedito che arriva dall’Austria

Da «Happy End» di Haneke a «L’animale» di Mückstein all’arena di viale Bruno Buozzi

- di Stefania Ulivi

Un maestro riconosciu­to come Michael Haneke che in Happy End dipinge un nuovo affresco, lucido e impietoso di una famiglia dell’alta borghesia di Calais, convita di potersi mantenere al riparo dai cambiament­i sociali e dalle conseguenz­e delle proprie azioni. Un popolare attore, Josef Hader, che per il debutto alla regia sceglie una commedia feroce e spassionat­a, ritratto di un uomo alle prese con la crisi di mezza età. Un giovane autore, Adrian Goiginger, capace di portare sul grande schermo, dopo averla narrata in un libro, la sua storia (a lieto fine) di bimbo di sette anni cresciuto da una madre tossicodip­endente. Un regista, Michael Glawogger, ucciso dalla malaria durante le riprese di un documentar­io intorno al mondo, Untitled. Viaggio senza fine, che la sua montatrice Monika Will porta a compimento in suo nome.

E, ancora, due opere con al centro giovani donne. Licht di Barbara Albert, storia, vera, di una pianista e compositri­ce di grande talento nella Vienna della seconda metà del 1700. Si chiama Maria Theresia von Paradis detta Resi(la interpreta Maria Dragus), perse la vista da bambina e fu affidata alle cure del dottor Mesmer, celebre per i metodi piuttosto controvers­i. Contempora­nea di Mozart, cercò per tutta la vita di non farsi chiudere nel ruolo di fenomeno, la pianista cieca che suscitava la curiosità del pubblico, per dare spazio alla sua passione, la musica. Un’adolescent­e inquieta è la protagonis­ta del film di Katharina Mückstein, L’animale.

Sono questi i titoli che da stasera saranno proiettati all’arena allestita nel giardini del Forum Austriaco di Cultura in occasione della VI edizione della rassegna «Sotto le stelle dell’Austria». Una selezione, ristretta ma significat­iva, della produzione della più recente stagione del cinema austriaco. Un panorama composito, appunto dove nulla è scontato.

Non certo un decano chiuso in una torre d’avorio Ha- neke, classe 1942, instancabi­le indagatore delle umane debolezze che in Happy End (che inaugura stasera alle 21) si affida ancora una volta a una coppia di attori formidabil­i, Isabelle Huppert e JeanLuis Trintignan­t. Mentre i giovani cineasti danno prova di sguardi originali. Come la trentaseie­nne viennese Katharina Mückstein che sarà ospite della rassegna nella serata finale, il 28 giugno. Il suo film, L’animale, ha anche un animo italiano, non solo per il titolo (così anche in originale) preso in prestito da Battiato. A produrlo è La Banda Film che la regista ha fondato con Flavio Marchetti. Una collaboraz­ione italo-austriaca messa al servizio di una storia, quella della diciottenn­e Mati, che è un invito a non aver paura dell’ignoto e del diverso. Tema quanto mai attuale.

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Maestri ed esordienti In alto, Happy End di Haneke. Qui sopra, Wild Maus dell’attore Josef Hader, al suo esordio
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 ??  ?? Donne Sopra, un’immagine di Licht di Barbara Albert, storia di una pianista nella Vienna del 1700. Sotto, L’animale di Katharina Mückstein, protagonis­ta Mati, una diciottenn­e
Donne Sopra, un’immagine di Licht di Barbara Albert, storia di una pianista nella Vienna del 1700. Sotto, L’animale di Katharina Mückstein, protagonis­ta Mati, una diciottenn­e

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