Un direttorio di consiglieri comunali per sostenere i M5S
L’obiettivo: dare più solidità al gruppo in Campidoglio. Intanto il grillino Sanvitto querela Raggi
Giornata di attesa per i consiglieri Cinque stelle, che temono nuove carte dalla Procura: una vicenda, l’inchiesta sullo stadio, che «ci ha scosso», ammette Andrea Coia, responsabile della commissione Commercio. Nella riunione di maggioranza fissata per oggi i grillini proveranno a ricompattarsi, dopo che il capogruppo Paolo Ferrara (indagato) si è autosospeso. Al suo successore, il vice facente funzione Giuliano Pacetti, sarà affiancato una sorta di mini direttorio composto da cinque, sei eletti con ruolo di supporto: per distribuire il lavoro e renderlo più efficiente, ma anche per rafforzare la collegialità e gli strumenti di controllo interno. «Appena ci siamo insediati, sono stato io a formulare la proposta — rivela Pietro Calabrese, presidente della commissione sui Piani di zona — . Ho suggerito di alternarci, a rotazione, per coadiuvare Ferrara. L’idea è maturata all’inizio di quest’anno, diciamo che adesso l’abbiamo regolamentata».
Mentre i pentastellati in Campidoglio fanno il punto su come ripartire dopo il terremoto giudiziario, la sindaca viene convocata per la seconda volta dai pm come persona informata dei fatti, per chiarire nuovi elementi emersi dopo il colloquio di venerdì. Se non fosse che, sull’arena a Tor di Valle, spunta un’altra grana: Francesco Sanvitto, attivista della prima ora estromesso dal tavolo sull’Urbanistica per le critiche allo stadio, ieri ha querelato Virginia Raggi per abuso d’ufficio. La denuncia muove da un appunto: la variante al progetto dell’arena a Tor di Valle sarebbe dovuta passare attraverso il Consiglio. Secondo Sanvitto, invece, il verbale conclusivo della Conferenza dei Servizi sarebbe stato pubblicato senza essere sottoposto all’Assemblea capitolina: omettere questa ulteriore verifica, motivo della contestazione, avrebbe determinato un vantaggio a Eurnova (il proponente) «che beneficerà di un controllo in meno». Nel frattempo i vertici dei Cinque stelle prendono le distanze dalla prima cittadina, che su Luca Lanzalone insiste: «Non l’ho scelto io». E però il vice premier, Luigi Di Maio, precisa all’Huffington Post: «Era una persona (Lanzalone, ndr) che aveva lavorato bene con noi a Livorno e che poi la sindaca Raggi aveva individuato come presidente di Acea». Di lì a poco, è il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, a ribadire a Otto e mezzo: «Lanzalone? Lo ha scelto la sindaca Raggi». Tutto questo nel giorno in cui metà dell’esecutivo M5S partecipa a un incontro sulla resilienza alla Casa dell’architettura.
Dai pm
La prima cittadina convocata di nuovo in Procura come persona informata dei fatti