Ritorno al passato per le storie contemporanee
Cooper, Khalifa, Preciado e Simoni gli autori protagonisti stasera del Festival Letterature
Quattro autori per il festival Letterature, stasera alle 21 alla Basilica di Massenzio. Sono l’americano da decine di milioni di copie Glenn Cooper, l’intenso scrittore siriano Khaled Khalifa, il filosofo della transessualità come pratica artistica Paul B. Preciado e Marcello Simoni, bibliotecario che confeziona thriller minuziosi come una cesellatura medievale. Il filo rosso che li lega sembra un lungo laccio con molti nodi e grandi maglie, che trova il suo capo della matassa nella storia. In un passato osservato da punti di vista con altitudini distanti, che però regalano fermo immagini sorprendentemente sovrapponibili. Almeno qui a Roma, dove i quattro ospiti leggeranno altrettanti inediti composti ad hoc per la rassegna curata dall’ Istituzione Biblioteche di Roma, ideata e diretta da Maria Ida Gaeta sul tema «Diritto e rovescio».
«Ambientare i romanzi indietro nel tempo – spiega Cooper – mi permette di scrivere con grande competenza, raccontando solo ciò che conosco. E il pubblico avverte e apprezza l’autenticità delle mie storie». Archeologo ad Harvard, con una seconda laurea in Medicina e una carriera da sceneggiatore e produttore cinematografico, Cooper riversa le sue tante vite e conoscenze in una scrittura all’ultimo respiro, per gialli storici conditi da intrighi religiosi come l’ultimo I figli di dio (Editrice Nord). Anche a Letterature parlerà di chiese e reati con un racconto su Shakespeare. «È il dialogo tra il Bardo e un inquisitore della monarchia protestante britannica che lo accusa di sostenere il cattolicesimo attraverso messaggi in codice nelle sue opere – anticipa lo scrittore – e riflette sull’arbitrarietà delle parole, con i significati in balia dell’uso che se ne fa».
L’intera serata ruoterà su questo. Per Simoni, con Il monastero delle ombre perdute fresco di stampa (Einaudi), l’indagine sull’interpretazione dei testi vive nella vicenda di un amanuense alle prese con Dante e il gigante biblico Nembrot. Mentre Preciado, alfiere della rivoluzione sessuale del nuovo millennio, sceglie di frantumare i confini tra letteratura e filosofia per mettere in crisi termini come «uomo», «donna» e «omosessuale» in un racconto che cavalca il linguaggio dei sogni. Infine Khalifa e il suo doloroso sguardo sulla guerra in Siria con libri come Non ci sono coltelli nelle cucine di questa città (Bompiani). «Ho sempre narrato l’Aleppo che fu – dice lo scrittore – perché il suo presente è troppo devastante. Ma stasera, per la prima volta, apro il cuore a un suo ritratto contemporaneo» (www.festivaldelleletterature.it).