Si pagherà per entrare in Centro
L’area comprende Prati e Termini. Ticket anche per i residenti come a Milano e Londra
La «rivoluzione» grillina del piano anti-traffico è passata ieri in Commissione Mobilità: pedaggio per superare il varco dell’anello ferroviario, sul modello della zona C di Milano. Sono previsti ticket per residenti e lavoratori ma non più di 120 l’anno. «Obiettivo disincentivare l’uso dell’auto» dichiara Enrico Stefàno. La delibera andrà in Campidoglio entro l’estate.
Un anno fa l’assessora ai Trasporti, Linda Meleo, aveva dato il via libera all’apertura di 21 telecamere Ztl1 per i pullman turistici (con la promessa di arrivare in breve a 54), ieri il presidente della Commissione capitolina trasporti, Enrico Stefàno, ha annunciato il varco attivo anche per le auto private dei romani.
«Parere favorevole in Commissione mobilità, alla proposta di iniziativa consiliare sulla istituzione a Roma della cosiddetta Congestion Charge, ovvero di una tariffazione in ingresso all’interno dell’area dell’Anello Ferroviario». In pratica anche i residenti e i lavoratori, sono circa 1 milione le persone interessate, pagheranno fino a 360 euro l’anno per andare verso il cuore della città superando un confine più esteso rispetto a quello dell’attuale centro storico. Ma tutto dipenderà dall’uso dell’auto: chi risiede o lavora nell’area avrà 120 ticket l’anno che valgono per le 24 ore (indipendentemente dalle volte che si entra ed esce). Quindi, considerando che non c’è pedaggio il sabato e la domenica, nè ad agosto, le giornate di dazio sono circa 220 durante l’anno, il doppio di quelle coperte da ticket. Chi pertanto userà l’auto una volta ogni due giorni o andrà con il collega che ha gli stessi bonus, non pagherà affatto.
La vera «rivoluzione» del pedaggio è nell’uso e consumo del territorio, come avviene per la zona «C» di Milano dove per entrare si pagano 5 euro al giorno, 3 per i residenti. Il pedaggio scatterà quindi per accedere a via Marsala da viale Castro Pretorio, passare l’incrocio di via Angelo Emo provenendo da viale degli Ammiragli, come accedere su via Andrea Doria da piazzale degli Eroi, ma anche dalla via Cristoforo Colombo dopo l’incrocio con via Ardeatina e a Porta Pia venendo da via Nomentana. Tutti snodi con strade di alta viabilità che si trovano sull’anello ferroviario, compreso l’incrocio di ponte Risorgimento con piazza delle Belle Arti provenendo da viale Mazzini e quello di Ponte Matteotti con lungotevere Michelangelo.
«L’obiettivo è quello di disincentivare l’uso dei mezzi privati nelle aree più centrali della nostra città, dove l’offerta di trasporto pubblico è accettabile — ha spiegato Stefàno —. I risultati saranno un servizio di trasporto pubblico più efficiente, grazie alla riduzione della congestione, e considerevoli benefici per la salute e l’ambiente». In ogni caso il dazio farà incassare al Campidoglio una cifra che va dai 100 ai 150 milioni di euro l’anno. «I ricavi saranno investiti nell’efficientamento del trasporto pubblico – ha aggiunto Stefàno - per il quale questa amministrazione si è già attivata da tempo, come dimostrano gli impegni assunti per l’acquisto di 300 nuovi autobus, che arriveranno il prossimo anno, e il recupero di 60 minibus elettrici, fermi da anni nei depositi dell’Atac». Dopo il passaggio di ieri, la delibera andrà in Consiglio entro l’estate per l’approvazione definitiva, ma per l’entrata in vigore ci vorranno mesi (forse anni?).
Campidoglio
Il dazio farà incassare 100-150 milioni che verranno investiti sul trasporto pubblico