Finto deputato truffa 20 mila euro a padre e figlio
Truffatori di vecchio stampo, nel senso letterale del termine. Una banda in stile «casa di riposo», quella che aveva architettato un imbroglio a danno di due romani.
Si aggirano tra i 78, 65 e 60 anni infatti i tre furfanti che si sono finti - rispettivamente un parlamentare, il suo sedicente segretario e un solerte impiegato di banca. Avevano anche una location ideale e sofisticata in un albergo situato nella zona di piazza Montecitorio. Il «bidone» è costato ventimila euro alle due vittime ed è stato infine scoperto dalla polizia che ha individuato e denunciato i tre truffatori, tutti romani e già noti alle forze dell’ordine. A finire nella rete della gang un po’ «agée» è stata una coppia formata da padre e figlio, imprenditori romani, convinti di effettuare una transazione particolarmente conveniente.
Grazie ad un conoscente infatti, erano venuti a sapere della possibilità di cambiare, con un guadagno del 30%, banconote da 500 euro, che erano in teoria detenute dal falso parlamentare ed in procinto di «essere ritirate», con banconote di taglio più piccolo. Proprio per dare la parvenza di un incontro istituzionale, il primo appuntamento per definire i dettagli della transazione, si era tenuto in un hotel situato proprio a due passi dalla Camera dei deputati. Raggirati per bene i due, la banda gli ha poi dato appuntamento in piazza del Popolo, dove è avvenuta la consegna del danaro, ventimila euro in contanti.
Passato un po’ troppo tempo dal momento della consegna del denaro però, le vittime hanno iniziato a capire di essere stati imbrogliati. A quel punto hanno chiesto aiuto al commissariato di Tivoli che ha subito avviato le indagini. L’inchiesta, però, è stata complicata dal fatto di non avere immagini registrate degli incontri che permettessero di individuare con certezza la banda di truffatori. Nessuna telecamera li aveva infatti immortalati nel corso degli appuntamenti.
In base alle descrizioni dei tre anziani truffatori, però, gli investigatori hanno individuato comunque gli autori del bluff. A guidare gli agenti è stata proprio la strategia utilizzata - quella del falso parlamentare - già adottata dal terzetto proprio per un’altra truffa. Ai testimoni dell’imbroglio sono state fatte vedere numerose foto segnaletiche, finché nel mirino della polizia non è finita la gang. Ottenuto il riconoscimento fotografico, i tre sono stati individuati: si tratta di romani, con precedenti specifici. Dovranno rispondere di truffa e sostituzione di persona. È stato denunciato anche l’uomo che aveva vestito i panni del mediatore tra le vittime e i finti parlamentari, anche lui in passato coinvolto in raggiri simili.
Il bidone Le vittime sono state tratte in inganno dal miraggio di un guadagno del 30 per cento