Scuola, allarme droga. I presidi: serve la polizia
Rusconi, presidente dell’associazione presidi: «L’85% di ragazzi entrato in contatto»
L’ultima proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini - «in autunno vorrò che carabinieri e polizia siano davanti alle scuole perché i venditori di droga ai nostri figli devono finire in galera» - trova un seguito tra i dirigenti scolastici romani rappresentati da Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi del Lazio, a favore sì della prevenzione ma anche dei blitz a sorpresa: «Purtroppo è essenziale, il fenomeno ha assunto dimensioni tali che non può più essere trascurato, io stesso in passato ho richiesto l’uso di cani antidroga e oggi riporto un’opinione diffusa tra i colleghi: serve più presidio da parte delle forze dell’ordine», sottolinea.
In Italia si contano 42 mila istituti scolastici. Metà sono scuole superiori. Quindi l’intenzione di Salvini, con le forze attualmente a disposizione, sarebbe tecnicamente impraticabile. Però l’idea dei controlli convince, alla luce dei trascorsi e anche degli ultimi dati sul rapporto tra i giovani e la droga: su scala nazionale - ricorda Rusconi - il 25,9% degli studenti delle superiori avrebbe consumato almeno una sostanza illegale nel corso dell’ultimo anno mentre l’85% dei ragazzi romani sarebbe entrato in contatto con la droga, cannabis soprattutto, almeno una volta tra i 12 e i 18 anni. Numeri che fanno riflettere e che impongono, secondo i presidi, un piano d’azione.
«Nella mia lunga esperienza da dirigente scolastico continua Rusconi - in diverse occasioni ho dovuto invitare le unità cinofile ad intervenire nelle scuole da me dirette, controlli e attività di prevenzione che funzionano anche da deterrente».
Tra colleghi il dibattito, polizia sì polizia no, è quasi quotidiano. Le obiezioni riguardano principalmente le reazioni dei genitori, che spesso non sono d’accordo con un approccio così interventista. Tutti ricordano ancora il caso del Virgilio di via Giulia, per settimane ostaggio delle polemiche – cortei degli studenti contro la preside, lettere di rimostranze dei genitori – per l’operazione antidroga nel cortile della scuola che portò all’arresto di uno studente accusato di spaccio. Adesso, alla luce di questa nuova proposta, il tema torna d’attualità.
Sul piano pratico, Rusconi pensa ai cani antidroga, al presidio occasionale da parte delle forze dell’ordine e anche alle operazioni in borghese. Assieme ai blitz, comunque, fondamentale resta la prevenzione: «Ho sempre coinvolto il corpo docente e i collaboratori scolastici in attività formative: la scuola ha l’obbligo di formare i ragazzi, educarli verso pratiche positive, e questi temi vanno trattati con la massima serietà, collaborando sia con le forze di polizia che con gli operatori del settore socio-sanitario».