Radja Nainggolan, la vita spericolata
Nainggolan, un idolo tra video, selfie e eccessi
Un idolo in campo e una vita, mai nascosta, di eccessi fuori: Radja Nainggolan lascia con rabbia la Roma, ceduto all’Inter la settimana scorsa, e una città che ama e in cui tornerà a vivere, quando smetterà di giocare.
Non c’è stato giorno, negli ultimi quattro anni e mezzo, in cui Radja Nainggolan non abbia vissuto Roma e la Roma. Anche quando era all’estero, il belga manteneva un filo diretto con la Capitale perché, lasciata Cagliari, Roma è diventata casa sua. Nel vero senso della parola: ha scelto di acquistare una villa (a Casalpalocco, con piscina e campo di beach volley, dell’ex giallorosso Marco Delvecchio), di farci nascere Mailey, la figlia più piccola, di mettere su un negozio d’abbigliamento, poi chiuso. Soprattutto, ha deciso che sarà la sua città quando smetterà di giocare.
Pensava di non trasferirsi mai, lo ha fatto dopo più di quattro stagioni. Non abitava lontano da Strootman, ma i due non potevano essere più diversi: tanto l’olandese è tutto casa, cagnolino e famiglia (tra poco diventerà anche lui papà), quanto per Radja la casa è solo «un posto in cui dormire», come ha detto tanto tempo fa.
Dormire sì, ma neppure troppo. Perché Nainggolan si alza presto per portare l’alyra figlia Aysha a scuola, ma va a letto anche molto tardi. Non c’è locale di Roma, dal centro alla periferia, dove non sia stato almeno una volta: sempre disponibile con i tifosi, basta cercarlo su Instagram per seguire i suoi spostamenti perché ai selfie - davvero non dice mai di no. E se incontra qualche tifoso al bar si ferma a parlare e gli offre anche il caffè.
I romanisti lo amano per questo e perché non si è mai nascosto: né d’inverno, con le cene da «Zuma» e le serate al «Gilda» o al «Toy Room», né d’estate, con gli aperitivi a Ostia, a due passi da casa sua. A via Condotti andava almeno una volta ogni due settimane, ma potevi incontrarlo anche nei negozi più semplici del centro commerciale Euroma2 o nei quartieri più periferici, in negozi di tendenza, visti i look stravaganti. Il parrucchiere è a Ostia, ma spesso fa venire dal Belgio un suo hair stylist di fiducia che lo ha seguito, a volte, anche in ritiro.
Ma guai a dirlo a Spalletti, che tanto adora Nainggolan in campo quanto è preoccupato dalla sua vita fuori. Per questo, nei loro 18 mesi insieme alla Roma, chiedeva che le loro camere in hotel fossero sempre vicine, controllava a che ora Radja andasse a dormire ed è verità, non leggenda, la settimana che hanno trascorso insieme a Trigoria, fianco a fianco, perché il tecnico non voleva che uscisse. A Roma si dice che, se ci fosse stato Spalletti, il video di Capodanno non sarebbe esistito, perché Luciano si sarebbe precipitato a casa del centrocampista e gli avrebbe strappato il telefono dalle mani.
A Casalpalocco il Ninja è stato una sorta di re: da «Le Terrazze» a «La Locanda»«, non c’è posto dove chiunque abbia gli occhi lucidi al pensiero del suo trasferimento a Milano. Nainggolan che, quando non è a Trigoria, fa colazione al bar; Nainggolan che va a cena fuori con gli amici (l’inseparabile Orfeo, spesso Guido Nanni, ex preparatore dei portieri della Roma), che quasi mai sono calciatori; Nainggolan che porta le figlie alle giostre mentre beve una Coca Cola, perché qualche bicchiere in più se lo concede, e non è un mistero, ma solo dopo una certa ora.
Forte il legame con Manolas e De Rossi, fortissimo quello con Totti: «Solo chi è veramente grande può farti credere di diventare grande come lui», ha scritto Radja quando Francesco ha smesso di giocare. Sognava di diventarne, in piccola parte, l’erede e, in piccola parte, c’è riuscito: le maglie più vendute, dopo quella dell’ex capitano, sono le sue, e per i bambini è un idolo vero. A loro, che di locali e serate notturne sanno poco, mancherà più di tutti.