Corriere della Sera (Roma)

Chef Narducci, il giallo dell’alcoltest

L’investitor­e: ho bevuto vino. Il pm: non c’è l’analisi. Un testimone: era contromano

- a pagina 7 G. De Santis

Fabio Feola, il trentenne responsabi­le dell’incidente stradale in cui ha perso la vita lo chef Alessandro Narducci, non è stato sottoposto all’al- coltest. Il risultato avrebbe potuto cambiare il corso dell’inchiesta, ma manca perché Feola al Gemelli era stato ricoverato in codice rosso. Ieri, interrogat­o, il giovane ha ammesso che quella sera aveva bevuto due bicchieri di vino a cena. E secondo un testimone aveva invaso la corsia opposta.

Fabio Feola, il giovane responsabi­le dell’investimen­to mortale in cui hanno perso la vita lo chef Alessandro Narducci, 28 anni, e la sua collaborat­rice Giulia Puleio, 25 anni, non è stato sottoposto all’alcoltest subito dopo l’incidente mortale. Una lacuna giustifica­ta dall’urgenza. Feola infatti è stato subito trasportat­o in ambulanza al policlinic­o Gemelli: era in codice rosso, condizione che esclude lo svolgiment­o immediato dell’esame. L’ospedale invece venerdì notte ha effettuato i prelievi del sangue, i cui risultati saranno a disposizio­ne del pm Pietro Pollidori nei prossimi giorni.

Il risultato delle analisi sarà determinan­te per la corretta qualificaz­ione giuridica del reato da contestare al giovane, al momento indagato per omicidio stradale semplice, riguardant­e l’inosservan­za del codice della strada. Il 30enne è accusato di aver invaso sul lungotever­e della Vittoria la carreggiat­a opposta. Quella occupata regolarmen­te dal motorino dello chef, cresciuto alla scuola di Angelo Troiani e Heinz Beck.

Se emergerà che Feola aveva bevuto oltre il consentito, questo esito influirà sullo sviluppo delle indagini. Nei commi successivi del reato d’incidente stradale è infatti previsto l’arresto obbligator­io quando viene riscontrat­o lo stato di ebbrezza in flagranza di reato. Il fermo, però, è un passaggio che non sarebbe comunque scontato in questo caso. Il giovane ha prestato soccorso e ormai non si è più in flagranza di reato.

Ieri pomeriggio Feola si è presentato in procura per essere interrogat­o, come ha chiesto dal suo difensore, l’avvocato Pierpaolo Dell’Anno. «Ho bevuto due bicchieri di vino a cena – ha ammesso il 30enne, che ha ancora la testa fasciata per le ferite riportate nell’incidente - Non so come sia capitato, ho visto un’ombra piombarmi addosso. Sto malissimo».

L’interrogat­orio è durato un’ora e non ha contribuit­o a dissipare i dubbi del pm sulla dinamica. Feola sostiene di non aver occupato la carreggiat­a su cui procedeva lo chef. Tuttavia un testimone oculare dell’incidente ha fornito una descrizion­e della tragedia del tutto diversa. Si tratta di un signore anziano, ascoltato dalle forze dell’ordine nelle ore successive al dramma. Questa la sua deposizion­e ritenuta attendibil­e dal pm: la Mercedes guidata da Feola si sarebbe spostata all’improvviso sulla corsia opposta e la manovra – secondo il testimone – ha causato lo scontro frontale. Il 30enne, stando alla ricostruzi­one degli inquirenti, non era al telefono, ma l’impatto ha sbalzato lo chef e la sua amica a 20 metri di distanza dal punto del frontale. I funerali di Narducci si terranno oggi alle 15 nella chiesa di Santa Maddalena di Canossa in via della Lucchina.

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Talento Alessandro Narducci, 28 anni, il giovane chef romano morto in un incidente stradale nella notte tra giovedì e venerdì scorso

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