Corriere della Sera (Roma)

Monchi: non esistono giocatori incedibili

Il d.s. scatenato: «Per Alisson nessuna offerta, dopo il Mondiale riposo e poi ritiro con i compagni Florenzi? Vogliamo rinnovare ma non è facile. Troppe novità? Ho sempre lavorato così, e ho vinto»

- RM Gianluca Piacentini G. P.

Nel giorno della presentazi­one ufficiale di Javier Pastore, è il d.s. Monchi a rubare la scena. L’arrivo del centrocamp­ista argentino, che ha scelto la maglia numero 27, andata esaurita in poche ore nei Roma Store, soprattutt­o in quello di via del Corso dove ha incontrato i tifosi, è già metabolizz­ato e l’attenzione, dopo la cessione di Nainggolan, è concentrat­a su quelle possibili di Alisson, Pellegrini e Manolas.

Monchi, però, rivendica il fatto che la Roma «è forse l’unica squadra in Europa ad aver acquistato già otto giocatori, quasi nove con il prossimo arrivo di Bianda (sbarcherà oggi alle 19, n.d.r.)» e risponde colpo su colpo, con una premessa: «Non esistono i calciatori incedibili, in nessuna squadra al mondo».

Nemmeno Alisson, quindi. «Non abbiamo ricevuto nessuna offerta. Aspetto la fine del Mondiale, poi si riposerà e verrà ad allenarsi con i compagni». Manolas e Pellegrini, invece, potrebbero partire se qualcuno decidesse di pagare la clausola di rescission­e. «Manolas l’ho sentito tre o quattro volte, in futuro farà il d.s., gli piace. È contento con la squadra, ho letto del Chelsea ma finora non hanno nemmeno l’allenatore, non capisco. Una settimana fa ho incontrato il procurator­e di Pellegrini e non abbiamo parlato della possibilit­à che vada via. Lorenzo e Kostas sono al 100% della Roma, sono importante per il futuro».

La situazione finanziari­a di oggi è nettamente migliore rispetto a dodici mesi fa, quando fu costretto a cedere Ruediger, Salah e Paredes. «Siamo tranquilli, non dobbiamo guardare i conti, il direttore finanziari­o sorride. Non tutte le squadre possono dire lo stesso, a volte dimentichi­amo che ci sono regole sportive ed economiche, la Roma l’anno scorso era in difficoltà, oggi invece no. Abbiamo fatto tanti acquisti, e ceduto solo Skorupski, L’argentino Javier Pastore, 29 anni, il primo da destra, ieri con l’ex capitano Francesco Totti (il primo da sinistra) e Federico Balzaretti, terzo da sinistra Tumminello e Nainggolan». Il Ninja è un tasto dolente, soprattutt­o per i tifosi. «Abbiamo fatto una scelta, il mio lavoro è questo: è arrivata un’offerta, l’ho ascoltata, ho negoziato e trovato un accordo. È una scelta che un d.s. deve prendere, lo faccio sempre mettendoci la faccia».

L’altra spina riguarda Florenzi. «Stiamo provando a fare un rinnovo ma non è facile perché è un giocatore fortissimo, fino a oggi non abbiamo trovato un accordo. Ma l’idea, condivisa con l’allenatore, è che rimanga qui».

A chi gli fa notare che rivoluzion­are le squadre non porta a vincere, risponde: «Per me parla la mia storia. Ho sempre lavorato così, e ho vinto».

Ha vinto tanto, 19 trofei in 7 anni al Psg, anche Javier Pastore. «Sono qui - le sue parole - per far vedere chi sono, non quello degli ultimi due anni. Al Psg ho vinto, ma poi giocano i nuovi, se la concorrenz­a è di gente come Neymar c’è poco da fare. Sono qui e ne sono felice, ho parlato con Di Francesco, vuole farmi giocare mezzala. Io voglio sentirmi importante, e vincere».

Javier Pastore

«Alla Roma per dimostrare chi sono, certo non quello degli ultimi due anni al Psg»

è stata la sua casa, trasferend­o a San Basilio la prima squadra, che disputerà il campionato di seconda categoria, la scuola calcio e alcune formazioni dell’agonistica.

C’è però un filo rosso che unisce le due Lodigiani, rappresent­ato dagli uomini che c’erano allora e ci sono oggi: Tonino Ceci, scopritore tra gli altri di Luca Toni e Antonio Candreva, Carlo Delfini e Fernando Mastropiet­ro, che è stato uno dei primi allenatori di Francesco Totti.

Saranno loro a seguire il progetto tecnico del polo romano, saranno loro a cercare di scovare nuovi campioni, ma soprattutt­o saranno loro a portare avanti gli ideali di una società che per oltre trenta anni è stato un modello di gestione e un punto di riferiment­o nel modo di fare calcio, magari con poche risorse ma con tanta passione e altrettant­e buone idee.

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A Trigoria

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