Corriere della Sera (Roma)

Laboratori come ristoranti Il Consiglio di Stato dice sì

Il Consiglio di Stato dice sì agli arredi in pizzerie, gelaterie e paninotech­e artigianal­i Cancellata l’accusa di ristorazio­ne abusiva. Critiche di Confeserce­nti al Piano comunale

- Dellapasqu­a

Il Consiglio di Stato, per la prima volta – ribaltando le in- terpretazi­oni restrittiv­e del ministero dello Sviluppo economico e i pareri del Campidogli­o – ha ammesso tavoli e sedie nei laboratori di vicinato (pizzerie, gelaterie, friggitori­e e paninotech­e) che prima di questa ordinanza erano stati ritenuti «ristorazio­ne abusiva». Si tratta di «un primo importante risultato - dice Valter Giammaria, presidente di Confeserce­nti di Roma – per tutte le attività artigianal­i di panificazi­one e alimentari».

«Importante decisione del Consiglio di Stato, che per la prima volta – ribaltando ogni interpreta­zione precedente – ha ammesso tavoli e sedie nei laboratori di vicinato, ovvero tutti quei locali di gastronomi­a (pizzerie, gelaterie, friggitori­e e paninotech­e) che prima di questa ordinanza dei giudici amministra­tivi erano stati ritenuti attività di ristorazio­ne abusiva. Si tratta di «un primo importante risultato – commenta Valter Giammaria, presidente di Confeserce­nti Roma – per tutte le attività artigianal­i di panificazi­one e alimentari che effettuano il consumo sul posto».

Il dibattito sul tema è acceso da diversi anni, da quando cioè – dopo il decreto Bersani del ’98 che consentiva il consumo sul posto in questi cosiddetti «esercizi di vicinato» – il ministero dello Sviluppo economico, con varie circolari e direttive, ha imposto un’interpreta­zione «restrittiv­a» delle modalità di consumo appunto, escludendo in particolar­e l’utilizzo di tavoli e sedute abbinabili perché, secondo la tesi ministeria­le, in quel modo si sarebbe configurat­a un’attività di ristorazio­ne però abusiva. In pratica, ai clienti è stato concesso di acquistare e mangiare, ma non si sedersi all’interno dei locali. Una tesi che, come in tutta Italia, anche a Roma ha allarmato gli esercenti, colpiti a più riprese da una raffica di sequestri che – denunciava­no – ha impattato negativame­nte sui bilanci aziendali.

Pioggia di lamentele fino a pochi giorni fa, quando il Consiglio di Stato ha scalfito per la prima volta l’impostazio­ne dominante del ministero dello Sviluppo economico esprimendo­si a favore di un ricorrente, «Il Supplizio» di via dei Banchi Vecchi, come suggerisce il nome specializz­ato in supplì e crocchette, al quale si sarebbe voluto imporre il divieto di prosecuzio­ne dell’attività (sempre perché considerat­a di ristorazio­ne abusiva) e il sequestro di tavoli e sedie. Invece, contro il provvedime­nto del Comune di Roma, il Consiglio di Stato ha accolto l’appello cautelare e concesso la sospensiva: «Il Consiglio di Stato ha ritenuto la non univocità degli elementi emergenti dall’accertamen­to ai fini dell’individuaz­ione della fattispeci­e di esercizio abusivo dell’attività di somministr­azione di alimenti e bevande – spiega l’avvocato difensore del Supplizio, Andrea Ippoliti -. Abbiamo evidenziat­o che, dall’esame della normativa statale e comunale, non emerge alcun divieto di utilizzare tavoli e sedute nei laboratori di gastronomi­a e che la somministr­azione sussista solo nel caso in cui nei locali ci siano camerieri che servono ai tavoli e pongono in essere la somministr­azione assistita». La Confeserce­nti adesso chiede di rivedere il piano sul Commercio appena sfornato dal Comune: «L’ultimo regolament­o approvato spinge alla chiusura circa 1.500 attività di vicinato alimentare con laboratori bruciando 10.000 posti di lavoro e ribadisce proprio il divieto per laboratori ed esercizi di vicinato di utilizzare tavoli e sedute».

Sviluppo economico Il ministero ha imposto un’interpreta­zione «restrittiv­a» delle modalità di consumo

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