Splendida Città Eterna In duecento foto i segni della sua storia
Vittoriano Gli scatti del Royal Institute of British Architects
Eterna Roma, che da quasi duemilaottocento anni si specchia nel Tevere assumendo un profilo dietro l’altro, nuovo ma riconoscibile epoca dopo epoca. Ed eterna Roma che conserva, dimentica e puntualmente riscopre i segni della sua storia disseminati dal centro storico alla periferia. Tanto che tra arte e archeologia la città sembra indenne alle brutture, persino nei momenti di dissesto e soprattutto agli occhi degli stranieri, come dimostra la mostra fotografica made in England che la consacra sin dal titolo Eternal City.
Nomen omen, dunque, per l’esposizione che recupera una sostanziosa mole di scatti provenienti dalla collezione fotografica del Royal Institute of British Architects (Riba) per riflettere l’immagine di Roma così com’è stata impressa nelle cronache del Grand Tour e sulle pellicole dei pionieri e dei maestri della fotografia britannica. Per sempre. «Eternal».
Promossa e organizzata dal Polo Museale del Lazio diretto da Edith Gabrielli, la mostra ha aperto i battenti ieri nella Sala Zanardelli del Vittoriano, dove sarà ospitata fino al 28 settembre nell’ambito della rassegna estiva ArtCity. Un percorso a cura di Gabriella Musto e Marco Iuliano, in collaborazione con Valeria Carullo, che parte dall’Ottocento e arriva quasi ai giorni nostri cavalcando duecento fotografie provenienti dalla sede londinese del Riba, scelte con l’intento di privilegiare un ritratto in equilibrio tra dettagli archeologici, architettonici e del paesaggio romano. Fra gli autori ci sono James Anderson, Tim Benton, Richard Bryant, Ralph Deakin, Ivy and Ivor de Wolfe, Richard Pare, Monica Pidgeon ed Edwin Smith.
«Eternal City ricostruisce l’immagine della città eterna in un momento chiave della sua esistenza – dicono i curatori – e permette al visitatore di osservarla con gli occhi del mondo anglosassone, per condividerne gli sguardi iconici ma anche inusuali e profondamente narrativi alla scoperta dei luoghi che l’obiettivo racconta e reinterpreta». E si scopre che Roma, negli ultimi due secoli del millennio, ha continuato ad essere anche per i fotografi quello che era stata per incisori e pittori nel Rinascimento. Ossia un’eterna musa, con la scalinata di Trinità dei Monti irresistibilmente da fotografare quando si arriva alla fine di via dei Condotti. O con il Foro Romano adagiato ai piedi del Colosseo. E con le architetture nobili dei palazzi lussuosi affacciati sul lungotevere, la sfilata di cupole delle sue chiese, le geometrie in movimento dei platani e il carattere architettonico di un Novecento che osservato in bianco e nero sembra lontanissimo. Invece è proprio lì, in piazza Venezia, nelle sale del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II che accoglie «Eternal City» con la sua Roma immortalata tra romanticismo e neorealismo dai sudditi britannici.
La mostra Fra gli autori ci sono James Anderson, Tim Benton, Richard Bryant, Ralph Deakin