Glamour e bollicine al party in terrazza
La Diaspora Italiana tra storia e cinema Tamburri e il dibattito con 16 accademici
Quanti sono i momenti indimenticabili nella vita di una persona? Dalla nascita di un figlio all’uomo nello spazio: una carrellata di gioie intime e risultati epocali da festeggiare con un buon calice di champagne.
Moët & Chandon ha deciso di racchiuderli tutti nello short-movie di Emanuel Cossu intitolato «Must Be», che la storica cantina francese ha presentato con un party nel segno del lusso ospitato sulla terrazza con vista mozzafiato dell’Up Sunset Bar, in cima alla Rinascente di via del Tritone. Oltre duecento gli invitati coccolati dai cocktail a base di bollicine e dalle prelibatezze dello chef stellato Riccardo De Giacinto. Da Paolo Conticini a Vittoria Belvedere, da Alessio Vassallo a Marco Belardi con Catherina Shulha, poi Pino Quartullo, Eliana Miglio, Maria Rosaria Omaggio,Vincenzo Bocciarelli, Renato e Fabiana Balestra.
E ancora Marisela Federici, Francesco Apolloni col suo cagnolino e Beppe Fiorello che ha confessato: «Mio fratello fa il varietà ma il vero festaiolo sono io, che invece recito sempre ruoli drammatici». E tra installazioni dorate e bocconi di tonno tataki, è scoccata una mania per le mini bottigliette di Moët & Chandon, trofei di una felicità frizzante in formato tascabile. Paolo Conticini insieme alla moglie Giada Seminario Il gruppo di studiosi che si è riunito nelle aule della Scuola di Lettere, Filosofia e Lingue
La Diaspora Italiana, tra storia, letteratura, cinema, folclore. A Roma un gruppo di sedici tra accademici e studenti con PhD arrivati da tutto il mondo, si è riunito nelle aule della Scuola di Lettere, Filosofia e Lingue dell’Università degli Studi Roma Tre per approfondire i contorni di quel processo migratorio che coinvolse dalla fine dell’ ‘800 alla metà del ‘900 milioni di italiani diretti verso Stati Uniti, Germania, Svizzera, Francia.
Proprio ieri, l’ultima giornata di incontri (e l’arrivederci al prossimo anno, sempre nella Capitale). «Sono state tre settimane intense» ha commentato Anthony Julian Tamburri, a capo del Calandra Italian American Institute (Queens College, CUNY): «Siamo a Roma Tre innanzitutto perché l’Università ha una lunga tradizione di Studi Americani, e la nostra co-direttrice, Sabrina Vellucci, è fra i migliori studiosi di letteratura italiano/americana (si legga, “italoamericana”). Inoltre, nel 2018 Roma è il fulcro di tutte le discussioni in merito alla diaspora italiana, sia quella uscente che quella entrante».
Nel suo corso «Italian American Film» Tamburri ha affrontato il tema partendo dalla visione di capolavori come «The Godfather» di Coppola, «Mean Streets» di Scorsese, «True Love» di Nancy Savoca: dopo un primo intervento sulla struttura e sulla semiotica, la discussione delle tematiche sociali rappresentate nella pellicola.
«Il seminario ha accolto una serie di esperti studiosi di queste discipline, che hanno avuto l’opportunità di approfondire i loro progetti di ricerca e perfezionare la loro didattica per insegnare in corsi di livello universitario» ha spiegato il terzo direttore del programma Fred Gardaphé (Calandra Italian American Institute).
Insieme agli altri docenti Mary Jo Bona, Nancy Carnevale, Laura Ruberto, Joseph Sciorra, si sono confrontati nell’arco dei 21 giorni con John M. Ryan (University of Northern Colorado), Charlotte Fressilli (Washington University), Antonia Cucchiara (The New School) e il romano Tommaso Caiazza, per citare alcuni degli iscritti.
In agenda anche i nodi dell’attualità, con un focus sulle nuove migrazioni, dalla ‘fuga di cervelli’ alle doppie immigrazioni.
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