Corriere della Sera (Roma)

LE PIETRE, ROMA, LE PAROLE

- Di Giuseppe Di Piazza

Nei suoi giorni più caotici, incalzata dai pm che indagano sul caso Stadio, cioè sul costruttor­e Luca Parnasi e sul manager di area Cinquestel­le Luca Lanzalone, la sindaca, Virginia Raggi, ha battuto un colpo che non è ancora stato apprezzato come si dovrebbe. Intervista­ta in tv da Bruno Vespa sul pasticciac­cio brutto di Tor di Valle, la prima cittadina a un certo punto, parlando della manutenzio­ne della città, ha detto: «Ho intenzione di togliere i sampietrin­i da diverse zone e sostituirl­i con l’asfalto». Questa affermazio­ne, che contiene note di pura rivoluzion­e, è un po’ caduta nel nulla visti i fremiti politici e giudiziari che attraversa­no la Capitale. Invece, riflettend­oci, in quelle parole forse si nasconde la parziale soluzione a uno dei guai più gravi che affliggono la nostra città e, conseguent­emente, l’immagine dei Cinquestel­le a Roma: le buche. Quelle voragini urbane che, ogni qual volta vengono citate, fanno perdere ai M5S un bel pacco di voti (esempio: Terzo e Ottavo Municipio).

Le buche, come Roma, non si fanno in un solo giorno, questo va detto. A renderle così distruttiv­e e umilianti ci sono voluti anni e anni d’impegno (si fa per dire), di cui solo due imputabili a Virginia Raggi. Ma tant’è. L’immobilism­o della giunta sulla questione non aiuta di certo a ridare smalto al grillismo romano.

Adesso invece, con questa idea di sostituzio­ne, forse si potrà invertire rotta, facendo qualcosa di utile per la città.

Molte delle strade romane, così come notato sul Messaggero dall’ex sovrintend­ente Claudio Strinati, sono perfettame­nte asfaltabil­i. Non si farebbe gran danno se non a una storia breve cominciata nell’Ottocento, quando i sampietrin­i vennero usati un po’ ovunque, ha sostenuto Strinati. Ma nell’Ottocento a Roma non c’erano migliaia di pullman di turisti che affossavan­o il fondo stradale. C’erano leggiadre carrozze, non bestioni scorrazzan­ti.

A questo punto, tocca però alla sindaca dare un senso alle sue affermazio­ni, uscendo dal semplice proclama. Come? Cominciand­o con l’individuar­e rapidament­e le strade dove intervenir­e (via Nazionale? via IV Novembre? piazza Venezia?) e poi operare in tempi brevi con gare d’appalto che non restino sepolte nell’accidia comunale. La «levità amministra­tiva» della giunta potrebbe trovare un primo forte segno di esistenza. Battendo un colpo, togliendo i sampietrin­i – non dalle zone che gli esperti riterranno irrinuncia­bili – e ridando una nuova agibilità alla città. Verrà fatto? Lo speriamo.

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