Graham Nash, concerto nel parco con canzoni d’amore e politica
L’amore e la politica nei brani composti in una carriera lunga più di cinquant’anni
Graham Nash, domani alla Casa del Jazz, aprirà «I concerti nel parco». Nato in Inghilterra ma naturalizzato americano, sarà protagonista di un live antologico, che ripercorrerà tutta la sua carriera, partita negli anni Sessanta con gli Hollies. Nash con le sue canzoni d’amore e politica — da solo o insieme a Crosby, Stills e Young — ha attraversato più di mezzo secolo di storia
L’artista inaugura domani il festival «I concerti nel parco»
Cinquant’anni di musica vissuti se non pericolosamente, nemmeno troppo leggermente. Graham Nash, 76 anni di Blackpool (Gran Bretagna), due volte nella Rock and Roll Hall of Fame (con Crosby e Stills, ma anche con gli Hollies) è una leggenda del folk rock americano. «Ho scritto tantissime canzoni: d’amore e politica, belle oppure ordinarie», ha raccontato in una recente intervista per presentare il tour da solista che domani aprirà «I concerti nel parco» alla Casa del Jazz. Un live che ha intitolato «An intimate evening of songs and stories» perché, ha spiegato: «Ho suonato davanti a centinaia di migliaia di persone, ma questa volta voglio guardare il pubblico negli occhi per creare un legame. La gente deve sapere che io voglio essere lì e che do valore ai loro soldi. Sarà una bella notte di musica e storie. Le persone vogliono conoscere come nascono le canzoni. E io lo racconto, partendo dal momento più banale».
Sul palco sarà accompagnato da Shane Fontaine (chitarra e voce) e da Todd Caldwell (tastiere e voce) e ripercorrerà la sua carriera straordinaria fatta d’innumerevoli successi, di tantissime canzoni passate alla storia. Nei concerti americani ha proposto la sua struggente I Used To Be a King dall’album del 1971 Songs of Beginners che racconta l’amore con Joni Mitchell e anche la sua fine («Qualcun altro prenderà il mio cuore / ma nessun altro lo spezzerà di nuovo»), la celebre Simple Man («Sono un uomo semplice / e canto una canzone semplice»), Bus Stop e On A Carousel degli Hollies e poi tantissimi successi scritti a quattro, sei o otto mani con Crosby, Stills e Young come Immigration Man, Wind on The Water, Cathedral, Right Between the Eyes, Just a Song Before I Go. Non mancano le canzoni trat- te dal suo ultimo album di inediti, del 2016, This Path Tonight, cronaca del divorzio dalla moglie Susan con la quale ha condiviso quasi quarant’anni di vita. E ci saranno le cover: negli Usa, suo Paese d’adozione, ha cantato i Beatles (A Day in the Life) e Buddy Holly (Everyday).
Con la sua musica Nash ha segnato la vita di almeno tre generazioni, senza mai tralasciare l’impegno politico. Quando gli hanno chiesto dell’America di Trump, ha risposto: «Gli Stati Uniti meritano qualcosa di meglio. Sono felice che la mia musica sia durata così a lungo, ma è atroce che ancora oggi si possa cantare Military Madness», riferendosi a uno dei più potenti inni contro la guerra mai scritti. Nash ha sempre sostenuto la giustizia sociale e ambientale, basta ricordare i concerti di «No Nukes» contro l’energia nucleare, oltre a quelli a favore dei soccorsi umanitari in Giappone nel 2011 fino a quelli di «Occupy Wall Street». Convinto che sì, la musica può ancora cambiare il mondo.
In scaletta Durante il live rivivranno i brani da solista, quelli con Hollies e CSNY