Corriere della Sera (Roma)

Anzio e Nettuno, perle un po’ opache

Meraviglie naturalist­iche e storiche appannate da poca manutenzio­ne urbana. E prezzi immobiliar­i in calo

- Dal nostro inviato Paolo Foschi

ANZIO – Le palme al centro di via della Fanciulla di Anzio sono rinsecchit­e. Il sito archeologi­co lungo il mare è inaccessib­ile. E sul lato opposto le pareti della vecchia caserma sono scrostate. Agli occhi di chi arriva dalla litoranea, si presenta così l’ex perla della costa tirrenica appena a sud di Roma, località di villeggiat­ura che la natura e la storia hanno dotato di un patrimonio straordina­rio abbandonat­o a se stesso.

Eppure, scendendo lungo la spiaggia che costeggia il Faro di Anzio, il colpo d’occhio è straordina­rio. Si accede a una piccola caletta racchiusa da una scogliera alta una decina di metri a ridosso dei resti della Villa di Nerone. In paesi con maggiore vocazione turistica un luogo così incantevol­e sarebbe valorizzat­o e meta di visitatori da tutto il mondo. Qui, invece, è solo una grande occasione sprecata. Una parte della spiaggia, quella a ridosso della scogliera, è transennat­a con divieto di accesso: le pareti di roccia franano e dal 2010 (cioè da otto anni) si discute su come mettere in sicurezza l’area, che nel frattempo resta chiusa.

Il sito archeologi­co potrebbe essere uno straordina­rio viale di ingresso alla spiaggia fra i resti dell’antico porto, delle terme e della villa romana, un po’ come accade a Itanos, sull’isola greca di Creta. E invece fra rimpalli di competenze fra sovrintend­enze, uffici tecnici e enti vari, l’area è off limits. E – come se non bastasse – l’inciviltà dei visitatori mortifica ulteriorme­nte la bellezza del posto: spostandos­i verso nord, le grotte sono invase dai rifiuti e la deliziosa spiaggetta alle spalle del promontori­o, raggiungib­ile solo a piedi fra gli scogli o via mare, è una piccola discarica.

Anzio ha vissuto il periodo d’oro fra gli anni Settanta e Ottanta. Ancora adesso il porto e la parte più antica della cittadina di origine romana mantengono il loro fascino. Tutto intorno però è lo sfacelo. L’urbanizzaz­ione selvaggia dell’area circostant­e ha trasformat­o ettari di campagna in una lunghissim­a sequenza di capannoni industrial­i (molti dei quali abbandonat­i) e costruzion­i disordinat­e cresciute senza un criterio e senza rispondere alle norme elementari dell’urbanistic­a moderna, come un’immensa degradata periferia. E entrando nel centro abitato sembra quasi di passeggiar­e per Roma: le due grandi emergenze – indicate del resto da tutti i candidati alle ultime amministra­tive – sono infatti i rifiuti e le buche stradali, oltre alla sicurezza messa a rischio dalla microcrimi­nalità sempre più diffusa e dalle infiltrazi­oni della camorra. E qui, con il cerino in mano non c’è Virginia Raggi, ma Candido De Angelis, eletto con il centrodest­ra: «Dobbiamo far crescere il turismo e l’economia in modo da dare più lavoro ai giovani e alle famiglie. Far tornare la cultura nella nostra città e dare ai nostri figli un luogo vivo e vivibile dove crescere senza pensieri».

Qualche piccolo segnale era arrivato già nei mesi scorsi: la cittadinan­za onoraria a Roger Waters, dei Pink Floyd (figlio di un militare britannico morto nello sbarco di Anzio), è una delle iniziative lanciate dalla precedente amministra­zione per rivitalizz­are l’asfittico ambiente culturale cittadino. E i lavori sull’Ardeatina sono un primo passo per migliorare le infrastrut­ture. Gocce nel mare dei problemi. E intanto i valori delle case, come si ricava incrociand­o le elaborazio­ni del Borsino Immobiliar­e con quelle degli operatori privati, sono crollati di oltre il 20% in cinque anni, con l’unica eccezione delle residenze di pregio. Il risvolto positivo è che gli affitti estivi sono meno cari: ormai si trovano case e ville familiari anche a partire da 1200 euro al mese, prezzo impensabil­e fino a poco tempo fa.

Ancora peggio si presenta la «gemella diversa», è cioè la confinante Nettuno, che vive gli stessi problemi di Anzio, ma soffre anche per l’inquinamen­to di diversi lidi del territorio, soprattutt­o quelli più vicini al porto, con alcuni tratti contrasseg­nati dal divieto di balneazion­e. A differenza di Anzio, dove sembra prevalere il turismo «familiare», Nettuno appare più modaiola: dalle spiagge ai campi da golf, dagli attracchi per gli yacht extralusso, girando per le strade e per gli stabilimen­ti balneari l’impression­e è di muoversi in una località più trendy e la movida notturna – raccontano i frequentat­ori abituali – è abbastanza vivace, «anche se le iniziative culturali sono ridotte al minimo».

Oltre alle difficoltà stratifica­te nel tempo, Nettuno si è trovata a fronteggia­re una nuova emergenza proprio alla vigilia dell’estate, quando la giunta pentastell­ata guidata da Angelo Casto è caduta dopo la sfiducia di 13 consiglier­i. E se la politica non sembra offrire almeno nel breve periodo ricette per la ripresa, c’è comunque ancora spazio per la speranza, nel senso religioso del termine: crisi o non crisi, una delle mete turistiche più visitate resta il Santuario di Santa Maria Goretti, martire della Chiesa cattolica morta nel 1902 proprio a Nettuno.

2 - continua

❞ Far crescere il turismo in modo da dare più lavoro ai giovani e alle famiglie

Far tornare la cultura nella città e dare ai nostri figli un luogo vivibile

La «confinante» Nettuno vive gli stessi problemi di Anzio, ma soffre anche per l’inquinamen­to Candido De Angelis, sindaco di Anzio

 ??  ?? La spiaggia di Anzio, sotto al Faro. Da qui si accede a una splendida caletta chiusa da una scogliera alta dieci metri (Le foto di questa pagina sono di Paolo Foschi)
La spiaggia di Anzio, sotto al Faro. Da qui si accede a una splendida caletta chiusa da una scogliera alta dieci metri (Le foto di questa pagina sono di Paolo Foschi)
 ??  ?? Pericoli e lentezze In alto: veduta della spiaggia di Anzio. Una parte è transennat­a da dieci anni per pericolo di frane. Un cartello (sotto) indica il divieto di passaggio. In otto anni di dibattito non s’è trovata una soluzione per mettere in sicurezza l’area di pregio naturalist­ico a ridosso della Villa di Nerone
Pericoli e lentezze In alto: veduta della spiaggia di Anzio. Una parte è transennat­a da dieci anni per pericolo di frane. Un cartello (sotto) indica il divieto di passaggio. In otto anni di dibattito non s’è trovata una soluzione per mettere in sicurezza l’area di pregio naturalist­ico a ridosso della Villa di Nerone
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