SPOLETO, SGUARDO SU ROMA
Per il 61° Festival di Spoleto «largo ai nuovi talenti e alla drammaturgia contemporanea», dichiara Giorgio Ferrara, riconfermato per il prossimo triennio alla direzione artistica. E infatti l’inaugurazione è avvenuta con l’opera Minotauro della giovane compositrice Silvia Colasanti. Come sempre nel programma un ruolo prevalente è riservato alla prosa e, tra gli spettacoli proposti, alcuni approderanno poi ai palcoscenici della Capitale. Stavolta, una triade interessante, composta da due testi di autori contemporanei e dall’adattamento teatrale di un film. All’Argentina andrà in scena Si nota all’imbrunire, scritto e diretto dell’altrettanto giovane ed emergente Lucia Calamaro, che per la prima volta con una sua novità, interpretata da Silvio Orlando, calcherà il palcoscenico dello Stabile di Roma. La pièce tratta un tema particolare: la solitudine sociale che, pare, uccida più dell’obesità. Al Vascello, dopo il debutto spoletino, arriva Dopo la prova di Ingmar Bergman, che vede nascere un’inedita coppia di attori, Ugo Pagliai e Manuela Kustermann. Il testo nasce dal film omonimo del 1984 del regista svedese ed è ambientato proprio in un teatro: luogo-rifugio per i due protagonisti dalle loro paure e fragilità umane. Mentre Lettere a Nour, dello scrittore francese di origini marocchine Rachid Benzine, ha per protagonista Franco Branciaroli e affronta un altro tema forte: l’estremismo islamico.