Sant’Agnese, basilica a rischio Strada da rifare
I sacerdoti: «Avvallamenti e fessure nella via, sui muri si aprono crepe e cadono calcinacci»
Crepe profonde nel refettorio, nelle stanze dei frati, tra gli affreschi della basilica. Nel complesso di Sant’Agnese fuori le mura si teme per il patrimonio storico del sito. Colpa degli avvallamenti sull’adiacente via Nomentana, segnalano i parroci. Le pareti tremano al passaggio dei bus, le vibrazioni mettono in pericolo le strutture: urgente un intervento, chiede don Edoardo Parisotto.
La «frattura» più evidente è quella che spacca a metà l’affresco di una croce disegnata all’ingresso della basilica di San’Agnese fuori le mura.
Ma le ferite, dentro il suggestivo complesso architettonico, sono numerose e si moltiplicano giorno dopo giorno. Colpa del «pessimo stato dell’asfalto» sull’adiacente via Nomentana - segnala don Edoardo Parisotto - come dell’elevata velocità sostenuta dai mezzi in transito. In estate poi con il traffico che diminuisce, aumentano invece le vibrazioni all’interno del sito archeologico, che ospita anche le catacombe e un mausoleo. Una situazione di pericolo per la conservazione delle opere e per i preti, che ha iniziato a verificarsi solo di recente, negli ultimi tre, quattro anni. Le «ragnatele» di crepe sono ben visibili sulle volte delle abitazioni e degli uffici parrocchiali, proprio i locali più vicini alla trafficata arteria della Capitale. Nel refettorio i parroci sono stati costretti a posizionare un paio di «tiranti» per sostenere il soffitto che perdeva pezzi. Mentre sulle scale che portano alle celle dei preti, una spaccatura è talmente profonda da poterci infilare una mano.
E poi la convivenza con le vibrazioni è impossibile. «Ci svegliamo di soprassalto nella notte per le scosse provocate, pensando che sia un terremoto - racconta esausto Parisotto -. Le crepe nei nostri storici edifici aumentano, con la conseguente caduta di polvere e di piccoli frammenti...». Nemmeno il «sacro» viene risparmiato dai tremori: le mura a ridosso della chiesa paleocristiana (risalente al prima metà del VII secolo), la stanza dove è ancora conservato il salotto originale di Pio IX, lo «scalone» in discesa che porta alla basilica, accesso a una chiesa tra i pochi al mondo di questo genere. I problemi di stabilità del complesso storico sono stati denunciati più volte. «Da mesi, segnalo periodicamente ai competenti uffici del Comune e del II Municipio, ma per ora nessuno ci ha dato risposte», sintetizza don Edoardo. Una situazione
che, appunto, è legata alle condizioni della vicina via Nomentana piena di avvallamenti e, soprattutto, al transito ad alta velocità dei mezzi. «Sono specialmente i mezzi pesanti a creare le vibrazioni più potenti. - spiegano i canonici - Al passaggio degli autobus, soprattutto quelli lunghi, tremano tutte le strutture del nostro complesso». La prima richiesta da parte del complesso monumentale di Sant’Agnese è proprio quello di un sopralluogo delle istituzioni e, magari, un incontro con la stessa Atac. Rimettere in sesto il manto stradale resta la priorità. Il rischio di «danneggiare una parte di questo patrimonio storico-artistico di impareggiabile valore» sarebbe gravissimo, l’appello di don Edoardo: un tesoro di splendidi marmi cipollini e di porfido rosso nella basilica dedicata alla martire, morta a soli dodici anni.
Silenzio «Da mesi segnalo ciò che accade al Comune e al II Municipio, ma è tutto inutile»
Don Edoardo «Vibrazioni continue, nessuno interviene»