«Contratto da chiudere»
A proposito del bike sharing, presente in tutte le maggiori città europee e anche in Italia: a Roma più di una volta si é cercato di far partire il servizio, certamente utile: tentativi sempre naufragati per l’incuria e lo scarso senso civico dei pochi che però ci rappresentano tutti agli occhi dei turisti che, comunque, fanno il loro per integrarsi con il caos romano. Assistiamo oggi a un ulteriore spregio che Roma sta subendo dalla presenza della massa di bici gialle lasciate ovunque, finanche nelle fontane di piazza del Popolo o sui tetti delle auto in sosta e se va bene sui marciapiedi. Certo è colpa dell’inciviltà degli utilizzatori, per lo più stranieri, che si divertono godendo del nostro spirito imbelle e rassegnato. Ma comunque le responsabilità maggiori sono di chi ha autorizzato una società privata, che non ha provveduto a installare appositi stalli, a piazzare migliaia di bici su strada «alla carlona». Forse la O’Bike nella stesura del suo business plan era animata da spirito di servizio: ma oggi ha ampiamente dimostrato di non aver alcun interesse alla gestione ordinata dei propri mezzi. Risulta pertanto urgente revo- care quanto prima l’autorizzazione e imporre il ritiro di tutte le bici dalle strade. Per il dirigente comunale responsabile non sarà difficile: si tratta solo di sano buonsenso e corretta capacità di gestione degli interessi dei cittadini che hanno il sacrosanto diritto di chiedere un argine alla barbarie in atto. Enzo Pergolizzi