Corriere della Sera (Roma)

LA CITTÀ E L’ENIGMA DEL VERDE

- Di Gianna Fregonara

In assenza di piogge o vento a Roma continua comunque a cadere un albero al giorno. Sulle teste dei romani, come è successo anche ieri. I feriti da albero cominciano ad essere di più che nei safari se si contano gli ultimi sei mesi. E poi ci sono le auto distrutte, il traffico bloccato e le strade chiuse per ore, le code per l’aeroporto, il caos.

E’ un altro costo occulto che i romani pagano ogni giorno. Certo gli alberi non si sono ammalati tutti negli ultimi due anni, sono tantissimi - 80 mila - a ridosso delle strade, le responsabi­lità vengono da lontano, i tagli al servizio giardini risalgono più indietro di quanto si immagina, le inefficien­ze le conosciamo tutti ma di fronte ad un’emergenza che sta diventando una malattia cronica finora i provvedime­nti e anche i fondi messi in campo non solo sono inadeguati ad arginare la frana ma mancano anche di qualsiasi prospettiv­a: una volta caduti o tagliati - se si riuscirà e non si sa in che tempi - tutti gli alberi malati, che cosa pensa di fare l’amministra­zione? C’è un piano per curare, migliorare e rimpiazzar­e il verde pubblico? Ben venga il nuovo tavolo interminis­teriale per Roma, meglio ancora se il governo «amico» darà dei fondi aggiuntivi ad una città che si è spesa tutto. Ma bisogna anche avere delle idee su come intervenir­e in primo luogo per garantire l’incolumità nelle strade e nei parchi e poi per progettare quel verde cittadino che i romani si meritano, un verde all’altezza di una capitale, di una capitale europea.

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