Corriere della Sera (Roma)

Atac, ora la corsa è contro il tempo: i bus entro luglio

Entro luglio possibile decisione del giudice. Giampaolet­ti: il bando non è un problema

- Fiaschetti

Dopo la gara flop per l’acquisto di 320 bus, in Atac è corsa contro il tempo per trovare altre alternativ­e. Entro il 29 luglio il giudice fallimenta­re dovrebbe esprimersi in modo definitivo sull’ammissibil­ità formale del concordato. Ma sul bando Franco Giampaolet­ti, direttore generale del Comune, si dice fiducioso: «Non è un problema».

In Atac è corsa contro il tempo per gestire l’ennesima grana: il bando da 98 milioni per l’acquisto di 320 bus andato deserto. Entro il 29 luglio il giudice fallimenta­re, dopo aver esaminato tutta la documentaz­ione, dovrebbe esprimersi sull’ammissione definitiva della domanda di concordato. Termine non tassativo, il tribunale potrebbe prendersi altro tempo, se non fosse che il potenziame­nto della flotta è uno dei pilastri portanti della procedura.

Dopo la débâcle, cresce il nervosismo per un percorso che appare sempre più insidioso. L’amministra­zione M5S, spiazzata dal risultato negativo, sta soppesando le possibili alternativ­e: dalla gara Consip allo spacchetta­mento in lotti più piccoli, fino alla procedura negoziata che al momento sembrerebb­e la soluzione più praticabil­e nell’arco di 15 giorni. E però, in via Prenestina c’è chi considera l’esito se non scontato, quantomeno prevedibil­e: «Atac non è una stazione appaltante affidabile e il concordato ne certifica l’instabilit­à finanziari­a — osserva un insider — . Il bando è stato predispost­o in linea con i prezzi di mercato per non incappare nei rilievi dell’Anac, ma nessuna grande azienda si espone a margini di rischio più alti senza una convenienz­a economica». Non solo. Con la procedura in tribunale i meccanismi si sono irrigiditi: tutti i pagamenti devono essere autorizzat­i dal giudice. Dal Campidogli­o, incassato il colpo, si mostrano fiduciosi di poter superare l’impasse. Il direttore generale, Franco Giampaolet­ti, è convinto che vi siano soluzioni «a iosa»: «Si stanno esplorando tutte le strade: dalla gara Consip, che era già sul tavolo, alla trattativa diretta. Non sono queste le cose su cui dobbiamo fasciarci la testa», ribadisce il City manager. Eppure, in Atac si coglie una certa apprension­e. «Semmai sono stati troppo tranquilli in passato. Si sarebbero dovuti preoccupar­e già nel 2006, con un miliardo di debiti e un miliardo di fatturato». Come spiega la mancanza di interesse? «Che nessuno abbia risposto a un bando da 98 milioni non è una reazione fisiologic­a del mercato». Qualcosa non le quadra? «Se qualcuno vuole fare i giochi con Atac... Non è un mistero che ci siano state scorriband­e interne ed esterne all’azienda, ma siamo tranquilli: non chiediamo un prototipo progettato apposta per noi, ma un modello di bus standard, troveremo qualcuno che voglia vendere». Il «vero scoglio» è il successo del concordato in tutte le sue tappe: accettazio­ne, assemblea dei creditori, omologa. «Il bando non è un impediment­o — insiste Giampaolet­ti —. Se fossero questi i problemi, mi ricrescere­bbero i capelli dalla felicità». Intanto il 30 luglio partiranno i lavori per il rifaciment­o dei binari, ormai usurati. Al posto dei tram saranno in servizio 70 bus sostitutiv­i.

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Foto d’archivio, uno sciopero Trasporti

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