Corriere della Sera (Roma)

Zingaretti: da noi politica nuova E ringrazia M5S

Il presidente: nuova cultura politica. Ringrazia M5S e attacca Salvini

- Arzilli

Cento giorni per dire addio all’«anatra zoppa» e lanciare la corsa al Pd con la proposta del modello «responsabi­le» della Regione: Nicola Zingaretti presenta «Cento giorni, cento fatti», l’elenco degli atti prodotti (anche grazie al M5S) nei primi cento giorni dalla rielezione a governator­e. «È una nuova cultura politica».

Anche se, in concreto, Nicola Zingaretti non ha ancora iniziato la campagna elettorale per la scalata alla segreteria del Pd, il primo spot è già in onda: cento provvedime­nti in cento giorni, tre dei quali - 100 milioni all’anno per diritto studio, il taglio dei vitalizi e la delibera per 5 mila assunzioni nella sanità - messi a segno grazie anche al voto dei consiglier­i Cinque Stelle. Abbastanza, cioè, da costituire prova del dialogo aperto da Zingaretti con i grillini, quella convergenz­a che la parte «renziana» del Pd boccia senza se e senza ma. «Il tema dell’alleanza organica con M5S è un falso problema messo in giro ad arte», dice Zingaretti poco dopo la presentazi­one di «Cento giorni cento fatti» al We-gil di Trastevere, in risposta ai dem scettici sul suo metodo «inclusivo» di governo. «Il tema è la nostra identità, che è debolissim­a. Così rischiamo di essere subalterni a tutti, e soprattutt­o che con noi non si vuole alleare nessuno. Il tema è costruire un nuovo Pd, una nuova alleanza per una nuova Italia: dobbiamo lavorare su contenuti chiari».

Ovvero usare a livello nazionale lo stesso cliché che in Regione, almeno finora, ha sgombrato il campo dal rischio «anatra zoppa» collegato all’assenza di una maggioranz­a in Consiglio. «Abbiamo trasformat­o un problema in un’opportunit­à - dice Zingaretti -. Non c’è alcuna nuova maggioranz­a politica in Regione, ma c’è una nuova cultura politica che ha deciso di verificare tema per tema la convergenz­a. Grazie dunque ai consiglier­i dell’Alleanza del fare, a quelli del centrodest­ra e grazie al M5S che fa dura opposizion­e e dura verifica sui temi: tutto ciò dimostra che anche nell’Italia dei conflitti si può lavorare bene». Perché la differenza, nel governo della Regione così come nella corsa al Pd, può stare nella quantità (e nella qualità) di atti prodotti a favore dei cittadini. Zingaretti ieri ne ha sgranati cento: gli sportelli per i sindaci, la proposta di legge sui rider, l’accordo da 1,3 miliardi con Trenitalia per il rinnovo dei treni dei pendolari, l’operazione legata al Castello di S.Severa e, entro l’estate, il primo segnale di lotta alla burocrazia. «Non faccio confronti per polemica», dice il governator­e glissando sul paragone con la vitalità amministra­tiva del Campidogli­o di Raggi. Ma «era giusto tornare a raccontare cosa è accaduto in questi 100 giorni - ancora il governator­e -. Noi vogliamo garantire un bel futuro al Lazio. Viviamo in un paese segnato da conflitti e divisioni che pongono a tutte le forze istituzion­ali il rischio della paralisi. Dal primo giorno la nostra ossessione è essere noi per primi quelli che non volevano solo occupare poltrone»

E non è un caso se, ai ringraziam­enti diretti ai grillini, Zingaretti fa seguire un attacco sul tema migranti ai «ministri potenti», alias Matteo Salvini: con i grillini si può parlare, con la Lega non si tratta.

Leader Abbiamo trasformat­o un problema in opportunit­à. Non c’è altra maggioranz­a: ma c’è confronto sui temi

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Nicola Zingaretti

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