Corriere della Sera (Roma)

SE IL VERDE CI RENDE COMUNITÀ

- Di Pierluigi Battista

Ho letto che i parchi puliti, i giardini curati, le ville conservate, gli alberi potati, i prati ben mantenuti, le piante innaffiate, che insomma tutto questo non costituisc­e solo una salutare e doverosa difesa dell’ambiente, ma è anche un potente elemento di coesione sociale: rende la vita delle città più gentile, rafforza i legami di cittadinan­za, consolida il senso di appartenen­za. Ecco, Roma è la metropoli con più parchi e giardini di Europa. Ora è abbandonat­a e degradata, ma attraverso il suo verde ritrovato, irrorato da risorse e attenzione e autogovern­o, magari potrebbe riscoprirs­i addirittur­a comunità un po’ meno depressa. Magari.

Magari, se si avessero fantasia, volontà, coraggio. Doti che l’attuale amministra­zione palesement­e non ha, stretta tra l’inettitudi­ne e una cronica incapacità di capire che una città non è solo un reticolo di procedure, ma un corpo vivo bisognoso di vitamine sociali. A Ostia c’era un piccolo parco abbandonat­o, ricoperto di erbacce, devastato, lurido. Per anni il Comune non ha fatto niente. Per anni i cittadini sono stati passivi, aspettando che il Comune immobile si scuotesse dal suo torpore, avviluppat­o in burocrazie da incubo, incapace di custodire un piccolo ma importante patrimonio. Poi i cittadini di Ostia si sono mossi, si sono organizzat­i, si sono autotassat­i rimuovendo comprensib­ili remore: ma come, paghiamo le tasse e nessuno si occupa di noi? Avevano ragione, ma intanto il degrado avanzava inesorabil­e, come in tanti posti di Roma.

Alla fine il piccolo parco ha ricomincia­to a funzionare, è ridiventat­o un centro pulsante di vita, un luogo dove i cittadini si riconoscon­o, si scambiano idee, fanno giocare i bambini e respirano meglio. Curano un pezzo di città come se curassero una parte di loro. Sentono di appartener­e. Respirano meglio i polmoni, ma anche il cuore sociale. Magari non sono più felici, ma basterebbe che fossero un po’ meno infelici.

Magari l’amministra­zione di Roma prendesse spunto da questa storia. O, se si vogliono fare esempi, basterebbe seguire il salvataggi­o dei cittadini di Villa Balestra: peccato che la notte i vandali distruggan­o ciò che viene curato di giorno. I cittadini possono fare tutto, ma che almeno il Comune, prigionier­o della sua inefficien­za e immobilità, si occupasse della sicurezza e della salvaguard­ia dei beni comuni.

Central Park a New York, un tempo in declino, è stata affidato da oltre 30 anni a un’organizzaz­ione che l’ha preso in cura grazie alle donazioni di comuni cittadini, delle compagnie e delle fondazioni che garantisco­no quasi l’80 per cento dei fondi per la manutenzio­ne di 843 acri, con gli affitti dei campi di baseball, delle piste di atletica, e con la Filarmonic­a che per due settimane si esibisce gratuitame­nte. Si può fare a Villa Ada, abbandonat­a a se stessa, malgrado lo sforzo di volonteros­i cittadini che la vogliono difendere. O a Villa Borghese, con quei busti distrutti che trasmetton­o l’idea della sconfitta di un’intera città. O nei tanti giardini e parchi distrutti che pure circondano

Senso di comunità Ogni metro di verde guadagnato è un pezzo di comunità perduta che si ricostruis­ce

le cosiddette «periferie». Si può fare nei quartieri dove gli alberi cadono senza un servizio pubblico che se ne prenda cura, le piante muoiono, le erbacce sembrano averla vinta. Non diamogliel­a vinta. Non diamo a questa amministra­zione comunale, inetta e incompeten­te, l’impression­e che siamo rassegnati al peggio. Ogni metro di verde guadagnato è un pezzo di comunità perduta che si ricostruis­ce. Magari.

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(Foto LaPresse) Verde incolto Ecco un cittadino che passeggia tra l’erba alta nel Parco del Pineto

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