«Caterina, il pullman andava troppo forte»
Caterina investita a corso Vittorio: l’autista indagato per omicidio stradale. Il pm: in centro si va piano
Il pullman turistico che ha investito e ucciso Caterina Pangrazi aveva l’obbligo - secondo la procura - di andare piano. Molto più piano di quanto andasse due giorni fa al momento dell’incidente. Innanzitutto perché alle 19.30 è prossimo il tramonto, con il conseguente calo della visibilità. Ma soprattutto l’autista, indagato con l’accusa di omicidio stradale semplice, avrebbe dovuto ridurre al minimo la velocità visto che il centro storico è un luogo sovraffollato, con molti pedoni oltre che di macchine. Questo è il cuore delle contestazioni mosse dalla procura al conducente del bus Francesco Paccone, 63 anni.
Il pullman turistico che ha investito e ucciso Caterina Pangrazi aveva l’obbligo - secondo la procura – di andare piano. Molto più piano di quanto è andato due giorni fa al momento dell’incidente. Innanzitutto perché alle 19.30, orario della tragedia, è prossimo il tramonto, con il conseguente calo della visibilità per il conducente. Ma soprattutto l’autista, indagato con l’accusa di omicidio stradale semplice, avrebbe dovuto ridurre al minimo la velocità visto il passaggio con il pulmino nel centro storico, luogo sovraffollato dalla presenza di pedoni, oltre che di macchine. Questo è il cuore delle contestazioni mosse dal pm Gennaro Varone al conducente del bus Francesco Paccone, 63 anni, impiegato presso la «Società italiana Roma Bus». Secondo la procura, non ha pertanto nessuna rilevanza né se la ragazza ha attraversato con il rosso, né se sia stata distratta dall’uso del telefonino mentre camminava sulle strisce pedonali. Se fosse andato piano l’indagato, infatti, avrebbe avuto a disposizione il tempo necessario a evitare l’impatto. Primo perché, vendendo Caterina disattenta, avrebbe potuto suonare il clacson. Poi perché in ogni modo avrebbe potuto frenare.
Il dubbio degli inquirenti è comunque che l’autista andasse oltre i limiti di velocità. E c’è un’altra ombra che il pm deve dissipare: non è certo nemmeno se l’autista sia passato con il verde. Dalla prossima settimana avrà inizio l’autopsia, resa molto complessa dalle condizioni del corpo, quasi irriconoscibile dopo l’investimento. Da giovedì prenderanno il via le operazioni mirate a stabilire la dinamica dello scontro. E proprio in quest’ottica il pm ha ordinato l’acquisizione delle immagini delle telecamere di videosorveglianza. È anche stato disposto il sequestro dello smartphone della studentessa di giurisprudenza, i cui familiari sono assistiti dall’avvocato Pierfrancesco Bruno. Lo scopo è verificare se la 22enne fosse distratta nell’istante dell’incidente. Dei testimoni hanno, infatti, riferito di averla notata con la testa china sullo schermo dello cellulare. L’accertamento è fondamentale per la ricostruzione dell’incidente, aggraderebbe le colpe dell’indagato, ma non ne escluderebbe le responsabilità. Il dramma si è consumato a pochi passi dall’abitazione di Caterina. La giovane stava, infatti, rientrando a casa, quando all’improvviso venne travolta dal pulmino nei pressi di piazza della Chiesa Nuova, alla presenza di numerosi passanti. L’indagato è subito sceso per prestare soccorso. Vengono chiamati gli operatori del 118, ma i tentativi dell’equipaggio dell’ambulanza, giunto sul pronto in tempi brevi, sono apparsi subito vani. Troppo gravi le ferite al cervello di Cristina, deceduta pochi minuti dopo la scontro.
Telefonino
I testimoni dicono di averla vista china sullo smartphone. La procura lo ha sequestrato