Corriere della Sera (Roma)

Tari, questa è la capitale dell’evasione

Stima dell’agenzia Crif Ratings: paga solo uno su tre. L’Ama: incassato l’83% della tassa

- Andrea Arzilli

Solo un romano su tre paga la Tari, gli altri due o sono evasori totali oppure non ricevono a casa nemmeno il bollettino. Stando all’analisi condotta dall’agenzia Crif Ratings sui bilanci dei comuni italiani, Roma è capitale nazionale dell’evasione della Tari, ovvero la tariffa per il servizio di raccolta e smaltiment­o rifiuti: il tasso di riscossion­e è del 29%. In pratica: il Campidogli­o mette in preventivo, sì, di riscuotere 771 milioni di euro, però in realtà vede arrivare in cassa solo 230 milioni.

Solo un romano su tre paga la Tari, gli altri due o sono evasori totali oppure non ricevono a casa nemmeno il bollettino, sempliceme­nte non risultano in alcun database. Stando all’analisi condotta dall’agenzia Crif Ratings sui bilanci dei comuni italiani, Roma è capitale nazionale dell’evasione della tariffa per il servizio di raccolta e smaltiment­o dei rifiuti: il tasso di riscossion­e sull’accertato del Comune è appena del 29%. In pratica: il Campidogli­o mette in preventivo, sì, di riscuotere 771 milioni di euro dalla Tari, però in realtà vede arrivare in cassa solo 230 milioni. La differenza (541 milioni) rappresent­a il mancato incasso che pesa sulle casse del Comune. Replica secca l’Ama: «Questi dati non corrispond­ono alla realtà: per il 2016 abbiamo incassato l’83,7% di quanto fatturato» e tra incassi reali e presunti «la forbice è in costante migliorame­nto».

Crif Ratings, però, stima che, consideran­do circa 275 euro la spesa media per la Tari a Roma, mancano all’appello 198 euro per cittadino se si tiene conto del territorio del Comune di Roma, 149 euro calcolando sui 121 comuni della Città metropolit­ana. Un grosso problema per le amministra­zioni che hanno già spedito nelle case i bollettini per la prima

tranche della Tari e che, ormai da anni, sono costrette a coprire il buco relativo al mancato incasso rastrellan­do risorse in origine messe a bilancio per altri servizi. Spesso risparmian­do

sulla manutenzio­ne cittadina.

Ma tant’è, il quadro di Roma non è incoraggia­nte. Può migliorare attraverso il censimento che il Campidogli­o ha avviato in parallelo al nuovo modello di raccolta differenzi­ata porta a porta. Per adesso, però, si sa che a San Lorenzo non paga la Tari uno su quattro, 30 mila sono gli evasori a Tor Bella Monaca, 17 mila nel municipio X tra Ostia, Acilia e Dragona, a Trastevere quasi un residente su tre evade del tutto. Numeri da default. Per non parlare del conto mai saldato dai palazzi delle istituzion­i, una fiche da cento milioni (20 di governo e ministeri) che non arriva mai nelle casse del Campidogli­o.

In più, dentro Roma, c’è una città - «come Siena o Benevento», disse Raggi - che non paga alcunché. Non i morosi, proprio le utenze che per Ama non esistono, fuori da database e statistich­e. Per le 150 mila utenze fantasma Roma ha un danno di circa 50 milioni, ma è solo una stima in aggiorname­nto continuo. Qualche mese fa nel municipio I, per esempio, è emerso che il 50% delle utenze domestiche non pagava Tari perché non era tracciato. Bar, negozi, ristoranti che ogni giorno alzano la serranda e sono visibili da tutti, diventavan­o trasparent­i quando si trattava di versare il dovuto. «Scrocconi della spazzatura», così Raggi aveva definito il popolo degli evasori.

Perdite Mancano all’appello 198 euro per persona se si tiene conto del solo Comune

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(foto Lapresse) Casilino Cassonetti pieni e tanti sacchi di immondizia sul marciapied­e

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