L’India oltre Bollywood e la lectio di Scorsese
Videocittà: festival, mostre e masterclass
Un milione e mezzo di euro, metà di fondi pubblici e l’altra metà proveniente da privati. È la cifra investita in «Videocittà», che animerà Roma dal 19 al 28 ottobre, in concomitanza con la Festa del cinema. Dieci giorni intensi, i cui dettagli vengono rivelati poco a poco. Ecco qualche novità raccontata da Francesco Rutelli, presidente dell’Anica (Associazione nazionale industrie del cinema e audiovisivo). Si parte con la presenza dell’India, che sarà partner della prima edizione di «Videocittà» in occasione dei settant’anni di rapporti bilaterali con l’Italia. L’industria audiovisiva indiana, come ricordano gli organizzatori, «non è solo Bollywood», ma un mercato vibrante, in continuo mutamento e con un occhio agli investimenti all’estero.
Tra i tanti eventi della manifestazione autunnale ci saranno 3 festival e 34 masterclass aperte a tutti; tra queste viene annunciata la lectio di Martin Scorsese, il 24 ottobre alla Sapienza, data in cui Ennio Morricone verrà insignito di un premio. Il progetto vede poi nel termine «formazione»
uno degli assi portanti. È rivolto a tutti, ma in particolare ai giovani, con masterclass dedicate a video mapping, videogiochi e cartoni animati.
L’evento è collaterale, ma non interno, alla Festa del Cinema: vuole infatti andare «oltre il red carpet», come è stato ricordato, e incentivare le commistioni tra l’audiovisivo e due mondi apparentemente distanti, come la moda e l’arte contemporanea. Simbolica in tal senso la mostra presso la Curia Iulia (l’antico Senato al Foro romano); «Machinarium», questo il nome del progetto, è stato realizzato in collaborazione con Gucci e nasce da un’idea del regista Matteo Garrone. Si riproporranno i modelli che l’anno scorso fecero discutere (quelli che sfilarono con una riproduzione della loro testa in mano). Un’anticipazione: l’idea è di trasportare il drago de Il racconto dei racconti di Garrone direttamente al Foro romano. «Videocittà» chiuderà con il video mapping del Colosseo Quadrato da parte dell’ungherese László Bordos.