Atac, vertice d’emergenza per evitare flop concordato
Stop Anac Contratto e bus, Raggi vedrà assessori e azienda
Domani in Campidoglio Raggi vedrà staff e vertici Atac in un summit d’emergenza. Sul tavolo i pareri delle authority che «bocciano» il rinnovo al 2021 del contratto di servi- zio tra azienda e Comune, e impongono la gara europea (pronta la strategia: una proroga di due anni per la scrittura del bando). Ma soprattutto il problema della nuova flotta, elemento centrale del concordato, dopo la gara per 320 bus andata deserta: la prima tranche di nuovi bus tramite Consip, il resto può arrivare con un bando comunale.
Prima l’Antitrust, poi l’Anac. Che esistano dei dubbi di legittimità sul rinnovo del contratto di servizio con Atac, ombre sulla procedura di concordato preventivo che è in attesa del verdetto dei giudici fallimentari, lo hanno chiarito le authority con i loro pareri «non vincolanti», emanati senza una richiesta di sospensiva in allegato. Il Campidoglio pensa comunque già a un piano B qualora il Tar stabilisse l’obbligo di passare da una gara europea nel 2019 e l’illegittimità della prolunga del servizio in house fino al 2021, quest’ultimo elemento centrale del piano presentato in tribunale perché, in teoria, consentirebbe all’azienda capitolina dei trasporti di rientrare spalmando il maxi debito (1,4 miliardi di euro). Domani pomeriggio in Comune si terrà un vertice, Raggi al tavolo con il diggì Franco Giampaoletti, gli assessori Linda Meleo (Mobilità) e Gianni Lemmetti (Bilancio e Partecipate) e il capo di Atac Paolo Simioni per mettere a punto l’alternativa, se servirà. E l’unica via per aggirare la grana è una proroga biennale.
In pratica se Atac sarà costretta a passare da una gara europea, il Comune chiederà due anni di servizio in proroga per scrivere il bando, tempi tecnici necessari per una gara così complessa da istruire. In tal modo si arriverà comunque al 2021, stesso termine fissato dal rinnovo del contratto di servizio bollato come «illegittimo» prima dall’Agcom e poi dall’Anticorruzione di Raffaele Cantone con pareri di cui il Campidoglio può non tenere conto. L’unica cosa che conta per il Comune è il sì dei giudici fallimentari che decidono in base alla tenuta del piano di rilancio.
E, infatti, nei corridoi del Palazzo Senatorio, più dei pareri delle authority, si pensa con ansia alla gara per l’acquisto di 320 nuovi bus, la prima tranche dei 700 inseriti nel piano di concordato, che è andata deserta.
Domani
La sindaca si riunirà con i capi dell’azienda più gli assessori Meleo e Lemmetti
Un segnale nefasto, di scarsa fiducia in Atac, che sottopone un problema sostanziale: il piano al vaglio dei giudici descrive come l’azienda intenda rimettersi in sesto e generare utili in modo da saldare i (tanti) debiti, alla base della strategia c’è la nuova flotta di mezzi. Senza quella il concordato è destinato a saltare e Atac a fallire. Così domani al summit in Campidoglio si discuterà anche di come uscire dall’impasse dei bus mai arrivati: escluso il varo di un nuovo bando Atac nonostante la spinta di Simioni o il ricorso ad una trattativa diretta, si procede verso una gara Consip (quindi sotto la supervisione del governo) per la prima tranche di mezzi, dopodiché sarà il Comune a pubblicare il bando per i bus che mancano. Sarà anche un test sulla fiducia dei fornitori verso il Campidoglio.