Casa delle donne, è rottura con sfratto Il Campidoglio rifiuta l’accordo, proteste
GLI AFFITTI NON PAGATI
Ora la Casa Internazionale delle Donne di Trastevere potrebbe chiudere per davvero. Ieri, dopo mesi di annunci, c’è stato l’incontro tra il direttivo della Casa e il Comune, rappresentato da una delegazione tutta al femminile: le assessore Rosalba Castiglione, Laura Baldassarre e Flavia Marzano e la consigliera Gemma Guerrini.
Nel corso dell’incontro Castiglione ha annunciato la revoca immediata della Convenzione che regola il rapporto della struttura della Lungara con Roma Capitale.
Secondo le donne dell’associazione: «È un atto unilaterale che non tiene conto dello sforzo fatto in questi mesi per rendere conto al Comune e alla città del lavoro che si svolge quotidianamente all’interno del complesso del Buon Pastore».
La posizione netta del Comune preoccupa perché potrebbe essere il punto di non ritorno. «Noi, amministratrici del Primo Municipio, siamo pienamente consapevoli di quanto il lavoro della Casa sia unico e prezioso: ce lo raccontano le donne che hanno trovato assistenza legale e psicologica in seguito ad una violenza o nell’affrontare cambiamenti difficili dei loro percorsi di vita», spiegano la presidente del I Municipio, Sabrina Alfonsi, le assessore della sua giunta Tatiana Campioni, Cinzia Guido e Anna Vincenzoni.
«La Casa non eroga servizi, elabora politiche pensate dalle donne per le donne - continuano -: è questa la pratica femminista che evidentemente non può più essere tollerata. Ma noi non molliamo: la casa siamo tutte (e tutti) e resisteremo al suo fianco». Secondo Stefano Fassina (Sinistra per Roma): « Si conferma la miopia culturale e sociale dell’amministrazione capitolina. In Consiglio Comunale utilizzeremo tutti gli strumenti democratici per correggere un atto ingiusto». Il Campidoglio offre però una spiegazione tecnica della sua decisione: «Dopo un attento esame della documentazione di spesa è emerso che le fatture per i lavori di manutenzione dell’immobile di proprietà di Roma Capitale si riferiscono a circa 300 mila euro, che gli uffici del Dipartimento Patrimonio hanno valutato come non pertinenti ai fini di scomputo del debito. IL Consorzio Casa Internazionale delle Donne è moroso di quasi 900 mila euro nei confronti del Comune».