Tappami e 3570 contro le buche
Al lavoroTappami e il 3570. Con loro la madre di Elena Aubry: «Salviamo vite»
Anche i tassisti del 3570 sono scesi in strada con Graziella, la mamma di Elena Aubry, morta alla guida della moto sull’Ostiense due mesi fa. Le auto bianche hanno affiancato i volontari di Tappami nella segnalazione delle buche con lo spray e nella copertura.
«Coprire una buca può salvare una vita». Ogni fessura nell’asfalto è un urlo di dolore per Graziella che asciuga una lacrima su ogni segno fatto con lo spray. La mamma di Elena Aubry, morta in moto sull’Ostiense due mesi fa a causa del dissesto stradale, continua la sua battaglia per salvare vite sulle strade insieme ai volontari di Tappami.
E ieri sostegno e partecipazione sono giunti anche dai tassisti della 3570, mentre sabato prossimo sarà la volta dei motociclisti. «In seguito coinvolgerò i riders, che in bici affrontano la giungla delle strade per consegnare pasti a domicilio», assicura Graziella. La mamma di Elena se si ferma piange, se aiuta gli altri sente la figlia 25enne di nuovo vicina. Il suo impegno è definito una battaglia di civiltà a Londra, in Giappone. Cosa dice il Comune di Roma? «C’è un silenzio assordante», la risposta amara. «Aprirò io le pagine sui social per segnalare le buche quartiere per quartiere, anche se lo dovrebbe fare il Campidoglio».
Cittadina impegnata da quando anni fa si è iscritta al comitato di quartiere Monteverde, Graziella è convinta che non deve abbassarsi il clamore attorno agli incidenti stradali: «Bisogna chiarire che c’è un’emergenza e smetterla di contare i morti».
Ieri in piazza Irnerio volontari e tassisti hanno ricoperto decine di buche fino alla circonvallazione Aurelia tra il plauso dei motociclisti nel traffico. «È un dovere occuparci della città, se ognuno si impegnasse un poco vivremmo tutti meglio». Per raggiungere piazza Irnerio, da via Ruggero di Lauria a via Caracciolo fino a via Angelo Emo e via Baldo degli Ubaldi è tutto un susseguirsi di fessure e crepe, tombini rialzati e buche. Se poi si continua sull’Aurelia verso il mare, i dossi delle radici degli alberi sono ancora tutti lì.
«Ogni giorno si rompono cerchioni e sospensioni — ricorda il portavoce dei tassisti, Loreno Bittarelli — ma la cosa più vergognosa è mostrare questo sfacelo ai turisti che arrivando a Roma si aspettano una città spettacolare. Invece è indecente e lasciata al degrado». L’attacco non è solo alle buche ma all’incuria e alla sporcizia: «L’immondizia è ovunque».
«Mettiamo in sicurezza le buche per dimostrare che le cose si possono risolvere — dicono i volontari di Tappami. — Non si può trascurare che c’è un’emergenza e che bisogna adottare misure adeguate per affrontarla. Noi in un paio d’ore tappiamo dieci buche». L’associazione attiva in tutta Roma ha firmato un accordo solamente con il II Municipio. «Siamo pronti a collaborare con tutte le altre amministrazioni se ce lo chiedono», dicono Raffaele Scamardì e Cristiano Davoli, consulente e commerciante, attivi soprattutto quando non lavorano.
«Elena, amore mio — scrive mamma Graziella alla figlia — ho sempre detto a te e ai tuoi fratelli che questo è un gran bel Paese. C’è molta gente brava che sta agendo nel quotidiano». La madre che crede «nella forza del popolo che è la forza del cuore» fa appello all’impegno e alla «generosità sociale» perché «sono le gocce che fanno il mare».