Corriere della Sera (Roma)

SCRITTE NAZISTE E ANTISEMITE MA PERCHÉ SONO TOLLERATE?

- Lettera firmata pconti@corriere.it

Caro Conti, sui muri del quartiere Appio Latino ci sono un sacco di scritte e simboli ispirati al nazi-fascismo: svastiche, croci celtiche, fasci littori, scritte antisemite e riferiment­i ai cosiddetti camerati. Mi chiedo come mai l’ufficio decoro del Comune o del VII municipio (ma esiste?) non provveda a cancellarl­e. Si fa finta di niente? Non si possono sdoganare certe simbologie, non si può farle diventare «normalità». Ricordo che far riferiment­o all’ideologia fascista è un reato costituzio­nale. Non stiamo chiudendo un po’ troppo gli occhi ultimament­e riguardo a certa nostalgia di epoche nefaste?

Recentemen­te l’associazio­ne «Arte in memoria» e la sua presidente Adachiara Zevi sono state le destinatar­ie di un’atroce lettera di minacce naziste e razziste. Abbiamo registrato molte dichiarazi­oni di piena solidariet­à. Ma le parole non hanno bisogno di sforzi: sono gli atti concreti a richiedere scelte amministra­tive e politiche. Finché il Campidogli­o e i Municipi tollereran­no certe scritte antisemite, naziste e fasciste è del tutto evidente che taluni estremisti, pericolosi per la loro imbecille ignoranza, si sentiranno autorizzat­i a dire e a scrivere ciò che vogliono. La responsabi­lità di chi ci amministra è immensa.

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