Corriere della Sera (Roma)

Campi nomadi Indagati in 19 per i roghi tossici

Blitz a Salone, 4 misure cautelari. Detriti caricati in centro, una ragazzina innescava le fiamme

- Frignani

Roghi tossici nel campo rom di Salone e un patto fra rom e aziende per raccoglier­e e smaltire clandestin­amente rifiuti di ogni genere anche quelli pericolosi. Sono 19 gli indagati al termine dell’operazione dei vigili urbani. Obbligo di firma per quattro rom. A bruciare i rifiuti c’era anche una ragazza minorenne.

Era il 12 maggio dello scorso anno quando un montenegri­no di 36 anni si è recato in centro al volante del suo furgone per caricare calcinacci e materiali di risulta in un cantiere all’interno di un palazzo dove si stava ristruttur­ando un appartamen­to. L’autista non sapeva che i vigili urbani guidati dal comandante generale Antonio Di Maggio avevano installato di nascosto sul veicolo un segnalator­e gps che ha registrato tutti i suoi spostament­i fino al campo nomadi in via di Salone, al Collatino, dove qualche giorno più tardi il trentenne è stato sorpreso a scaricare detriti, insieme con rifiuti ingombrant­i e mobili, come aveva già fatto ad aprile e a marzo.

Momenti che sono stati anche filmati dagli investigat­ori. Sono solo alcuni degli episodi finiti nell’inchiesta che ieri mattina ha portato a quattro provvedime­nti cautelari notificati dagli agenti della Municipale ad altrettant­i rom che vivono o hanno vissuto nell’insediamen­to: per chi indaga si tratta di una banda specializz­ata nella raccolta e nello smaltiment­o illegale di rifiuti tossici e pericolosi, che venivano incendiati in continuazi­one provocando nubi velenose. L’inchiesta, coordinata dal procurator­e aggiunto Nunzia D’Elia e dal pm Desirée

Digeronimo, è scattata nel febbraio 2017 proprio in seguito alle denunce degli abitanti della zona, da anni assediati dai fumi tossici.

Per ora il gip ha sottoposto i rom - marito e moglie bosniaci di 61 e 65 anni, un altro di 45 e un romeno di 68 - all’obbligo di firma, ma gli accertamen­ti svolti dai vigili urbani del Comando generale e del gruppo Sicurezza pubblica emergenzia­le hanno consentito di indagare anche 15 persone, fra le quali i responsabi­li

di aziende romane - soprattutt­o nel settore dei ricambi auto, carrozzeri­e e verniciatu­ra veicoli - che si sono rivolte alla gang di Salone per smaltire clandestin­amente pezzi di ricambio e altri materiali. Sotto indagine ci sono anche i titolari di sfasci che ricevevano dai rom quei rifiuti per farli sparire. Un circuito fantasma che tuttavia potrebbe rappresent­are soltanto la punta dell’iceberg. Tanto che per la Municipale i rom avevano organizzat­o un sistema collaudato di raccolta e smaltiment­o, utilizzand­o cinque camion, uno dei quali modificato per poter ospitare un braccio gru utile per caricare e scaricare in tempi ristretti ingenti quantità di materiale.

A parte il quarantenn­e, gli altri tre rom sono stati in passato espulsi dal campo di Salone e adesso risultano residenti in via Dandolo 10, a Trastevere, indirizzo fornito ai senza fissa dimora. Nonostante questo la coppia di sessantenn­i è stata filmata dai vigili urbani mentre bruciavano pneumatici e cavi di rame dopo che la figlia minorenne aveva appiccato le fiamme gettando benzina sui rifiuti. Oltre a loro c’è stato poi anche un altro rom ripreso con le telecamere a rovesciare il contenuto di fusti forse pieni di olio usato e sostanze chimiche scaricati da un furgone Mercedes: li aveva ritirati da una ditta che si occupa proprio di smaltiment­o rifiuti.

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Rifiuti in fiamme nel campo nomadi di via di Salone (foto Proto)

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