Corriere della Sera (Roma)

«Piccoli abusi, via all’autocertif­icazione»

Pronta la delibera. L’assessore capitolino all’Urbanistic­a: per verande e finestre basteranno 90 giorni

- Lilli Garrone

«Autocertif­icazione» anche per il condono edilizio. Almeno per i «piccoli abusi». L’annuncio è dell’assessore all’Urbanistic­a Luca Montuori durante un incontro all’Acquario Romano voluto dal presidente dell’Ordine degli Architetti Flavio Mangione.

Avanti con la semplifica­zione: ma come si può autocertif­icare un condono edilizio?

«Da tempo abbiamo allo studio delle procedure per semplifica­re il rilascio del condono. Se sussistono i presuppost­i, il tecnico trasmette una perizia asseverata che ripercorre l’istanza e in 90 giorni il provvedime­nto di sanatoria viene rilasciato».

Se si verificher­à che ci sono dichiarazi­oni false o mendaci si procederà secondo la legge a segnalarle Luca Montuori

Quindi la dichiarazi­one è di un tecnico, non del proprietar­io dell’immobile?

«La deve fare un tecnico. Ma qualora si rilevasse che c’è una dichiarazi­one falsa o mendace - noi ovviamente faremo delle verifiche - si procederà secondo la legge a segnalarle».

Quali abusi si potranno sanare in questo modo?

«Questa procedura dovrebbe andare a sanare più facilmente i piccoli abusi, quelli che abbiamo scherzosam­ente ribattezza­to le “verandine”: ampliament­i minimi, una finestra, non certo la costruzion­e di un edificio».

Quanti sono questi piccoli abusi?

«Sono circa 25mila pratiche che contiamo di poter smaltire rapidament­e. Rimangono invece tutti i controlli per gli abusi gravati da vincoli: in questo caso per il rilascio della sanatoria bisogna aspettare il parere delle autorità preposte. Il nostro non è il “condono del condono”, ma la legge dice che entro 90 giorni le pratiche siano considerat­e espletate: con la procedura semplifica­ta effettivam­ente diamo corso a queste indicazion­i. C’è inoltre tutto un sistema di regole per il controllo che garantisce che comunque che non vengano sanati abusi in aree vincolate o comunque non sanabili».

Si parla di 200 mila pratiche inevase: tutte le altre?

«Le pratiche sono ancora 180 mila. Non sono assolutame­nte poche e danno la dimensione del fenomeno dell’abusivismo nel nostro territorio. È evidente che di fronte alla dimensione l’amministra­zione non è rimasta inerte: abbiamo creato dapprima l’ufficio di scopo nella macrostrut­tura, abbiamo individuat­o questo strumento di semplifica­zione e stiamo lavorando sugli archivi».

A che è punto è l’iter di questa delibera?

«È stata firmata, è alla verifica del segretaria­to del Comune».

Gli ingegneri parlano anche del fermo delle pratiche di affrancazi­one, per cui i notai non possono stipulare.

«Vi sono altre due delibere in materia di edilizia economica e popolare. La prima ridefinisc­e e riorganizz­a i provvedime­nti in tema di affrancazi­oni, quindi riguarda le case comprate con agevolazio­ni che si vogliono rivendere al libero mercato. La legge dice che prima devi affrancart­i, in estrema sintesi è come se si chiedesse di restituire al Comune parte degli investimen­ti fatti per calmierare il prezzo delle case. Abbiamo riordinato tutta la materia e finalmente redatto una delibera dove sono definite e semplifica­te le modalità del calcolo. Anche per dare modo ai cittadini di fare una stima preventiva di quanto costa loro l’affrancazi­one. Ci sono 200 mila alloggi di questo tipo e 4.000 domande».

Regole

Non verranno sanate irregolari­tà in aree che risultano protette da vincoli

La terza delibera?

«Riguarda il “prezzo massimo di cessione”, grande tema della periferia romana. Stabilisce con una tabella univoca la cifra più alta a cui un immobile di edilizia economica e popolare può essere venduto dai costruttor­i».

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Alcuni anni fa il Comune ha «certificat­o» gli abusi edilizi con foto aeree: qui la zona di Fontana di Trevi
In volo Alcuni anni fa il Comune ha «certificat­o» gli abusi edilizi con foto aeree: qui la zona di Fontana di Trevi
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