Corriere della Sera (Roma)

Dall’Eur a Boccea: ventimila persone abitano in 92 edifici

- Rinaldo Frignani

In Italia non c’è una situazione paragonabi­le con quella di Roma. Basti pensare che a Milano gli edifici occupati sono al momento 42 con 1.200 persone circa in attesa di una sistemazio­ne definitiva. A Napoli sono 80, ma non della grandezza di quelli romani. Per la Capitale i dati aggiornati del Viminale sono decisament­e diversi. E peggiori: 92 immobili interessat­i da occupazion­i, 66 dei quali per uso abitativo. Gli altri vengono soprattutt­o utilizzati come dormitori di fortuna, come presidi per richiedent­i asilo, ma anche come luoghi di spaccio di stupefacen­ti, come dimostrano gli arresti effettuati nei giorni scorsi dalla polizia a San Basilio e al Tiburtino.

Sono comunque 12 mila le persone che vivono attualment­e nei palazzi occupati a Roma. Una stima del ministero dell’Interno alla quale bisogna aggiungere i clandestin­i, tutte le persone che non sono state identifica­te nelle operazioni di controllo e bonifica svolte nei mesi scorsi dalle forze dell’ordine.

Il ricambio e i nuovi arrivi in città continuano giorno dopo giorno. Tanto che nel settembre 2017 si parlava di circa 20 mila persone in tutto che gravitano negli ambienti delle occupazion­i. Potrebbero essere anche di più. Rispetto ad allora però c’è stato un calo di occupazion­i attive. Prima erano 104, una dozzina in più rispetto a oggi. Sgomberi forzati e autonome liberazion­i degli edifici hanno alleggerit­o l’elenco degli immobili.

Le urgenze sono sempre una quindicina, come ai tempi del piano di attuazione del programma regionale per l’emergenza abitativa nel 2016, quando l’allora commissari­o straordina­rio del Comune, Francesco Paolo Tronca, divise gli immobili in questione «pericolant­i con rischio per l’incolumità degli occupanti», «gravati da provvedime­nto di sequestro preventivo» e responsabi­li «di danni erariali». Nella lista di palazzi spiccano i complessi storici lungo via Collatina, via Prenestina e alla Romanina, compreso il Salam Palace, che ospitano più di duemila persone.

Ma ce ne sono anche altre, dalla zona di piazza Bologna al Tiburtino, dall’Eur al Raccordo anulare. Il Viminale sta lavorando a stretto contatto con la prefettura per avere un quadro completo della situazione. Poi scatterann­o gli sgomberi, cercando di trovare una soluzione anche se non ci sono alloggi alternativ­i per tutti gli occupanti come stabilisce il decreto dell’ex ministro dell’Interno, Marco Minniti, che prevede il blocco delle operazioni in mancanza di una sistemazio­ne di chi si trova in quegli immobili.

La preoccupaz­ione maggiore è quella di non lasciare per strada persone bisognose d’aiuto, anziani, malati, interi nuclei familiari con bambini. In questo caso è possibile che gli sgomberi vengano aggiornati in attesa di trovare una soluzione anche per loro. E nonostante il sensibile calo degli sbarchi nella Capitale bisogna ora trovare un posto a 5.500 migranti in attesa di ottenere lo status di rifugiato politico.

La prefettura ha aperto il bando per trovare strutture idonee all’accoglienz­a, soprattutt­o oltre il Raccordo anulare, ma ci sono timori di una carenza di offerte come accade ormai da anni. Lo stanziamen­to ammonta a 71 milioni di euro. L’accordo quadro «con più soggetti economici per la durata di un anno» prevede due lotti, uno in città per 1.087 posti e l’altro fuori (tranne che ad Ariccia, Anticoli Corrado, Castelnuov­o di Porto, Roviano e Tolfa) per 4.486. Ma se non ci saranno soluzioni, i nuovi arrivati potrebbero essere costretti a ingrossare le fila di chi occupa.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy