Corriere della Sera (Roma)

Piazza Navona, spunta il market della paccottigl­ia

Centro, sparita un’altra bottega storica

- Di Manuela Pelati

Lo storico negozio Bertè di piazza Navona, celebre per i giocattoli artigianal­i e le camerette per bambini con le gru meccaniche e le bambole di pezza, è invaso da birre e limoncelli. La nuova gestione di quella che era una bottega storica aperta nel 1962 dalla passione per le fiabe e i bambini di Giuseppe Marrucco ha piantato all’ingresso del negozio il vessillo italiano per rimarcare la qualità. Ma dietro alle quattro vetrine contornate ancora dall’antico ferro battuto spunta una strana mescolanza: c’è la sciarpa della Roma e di altre squadre di calcio con le magliette di ogni taglia e a fianco, sotto la tendina «peluche», ci sono valige di plastica e un frigorifer­o pieno di birre grandi e piccole, acqua e bibite di ogni genere.

La magia è infranta, i sogni interrotti. Lo storico negozio Bertè di piazza Navona, celebre per i giocattoli artigianal­i e le camerette per bambini con le gru meccaniche e le bambole di pezza, da un paio di mesi è invaso da birre e limoncelli. «Mai più minimarket in centro storico», aveva assicurato l’ex assessore Adriano Meloni lo scorso aprile dopo l’approvazio­ne in Campidogli­o del nuovo «Regolament­o del commercio nella città storica». Ma la rivendita che ha preso il posto di Bertè si affaccia in una delle piazze più prestigios­e del sito Unesco della Capitale con gli alcolici in vetrina.

Lo sconforto che assale entrando in piazza Navona da via dei Canestrari, dove già quattro negozi ingolfati di souvenir, gadget e borse di pelle insistono sul made in Italy, è totale. Invece di tirare un sospiro di sollievo nel silenzio e tra le bellezze delle fontane del Cinquecent­o, balza agli occhi una bandiera tricolore che sventola su centinaia di magneti e «ricordini».

La nuova gestione di quella che era una bottega storica aperta nel 1962 dalla passione per le fiabe e i bambini di Giuseppe Marrucco ha piantato all’ingresso del negozio il vessillo italiano per rimarcare la qualità. E le quattro vetrine contornate ancora dall’antico ferro battuto mostrano una strana mescolanza: dietro la scritta Bertè in trasparenz­a sulle vetrate c’è la sciarpa della Roma con le magliette di ogni taglia e colore sormontate dall’insegna «carrozzine». A fianco, sotto la tendina «peluche», ci sono valige di plastica e un frigorifer­o pieno di birre grandi e piccole, acqua, aranciate e Coca cola.

Nello storico mondo dell’infanzia insieme agli alcolici sono spuntati commessi bengalesi con la maglietta azzurra dell’Italia e un cassiere cinese con l’auricolare, che parla un italiano stentato. Ma non ha difficoltà a spiegare come il negozio sia stato riaperto due mesi fa con una nuova gestione. L’uomo, circondato da

condom «I love Roma» e da paccottigl­ia con il marchio del Belpaese e del Vaticano, rilascia scontrini di Bertè srl.

«Il nostro stile è completame­nte dedicato alla qualità e alla ricercatez­za di ogni articolo», è scritto ancora sul sito web di Bertè giocattoli, quello

Il fondatore L’attività era nata nel 1962 dalla passione per le fiabe e i bambini di Giuseppe Marrucco

dei sogni e della fantasia dei bambini che ha l’altra sede dagli anni ’70 in via dei Colli Portuensi. Sulle pareti della bottega storica di piazza Navona, invece, ora sono le boccette di limoncello e la pasta tricolore a dominare.

Il cavallo a dondolo di legno, le scatole di costruzion­i e i trenini con le rotaie sono finiti nell’ultima stanza. Prima di raggiunger­li bisogna attraversa­re due ambienti stipati di prodotti super-industrial­i, gli stessi venduti in tutti i minimarket che assediano il centro storico.

«Nel sito Unesco saranno vietati gli orrendi souvenir esposti all’esterno», aveva promesso Meloni lo scorso aprile. E il 18 dello stesso mese, dopo una nottata in aula Giulio Cesare per l’approvazio­ne del Regolament­o, l’ex assessore aveva esultato: «D’ora in poi stop all’espansione incontroll­ata di minimarket che non rappresent­ano la qualità del prodotto e hanno trasformat­o il volto della città. Non vogliamo suk nel centro di Roma».

Parole inutili. Lì dove le statue del Bernini guardano da secoli la monumental­e chiesa del Borromini è spuntata una nuova industria dei souvenir a pochi euro, con il marchio made in Italy ha un sentore di lavoro nero e sottoscala. Che i turisti portano a casa.

Il Comune

Le norme approvate lo scorso 18 aprile avrebbero dovuto limitare questo tipo di esercizi

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(Foto Panegrossi/LaPresse) Sui ripiani Anche il limoncello in vendita nell’ex bottega storica
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Dai giocattoli all’alcol Da sinistra a destra, l’ex negozio di giocattoli Bertè, che conserva ancora le scritte sulle vetrine, trasformat­o in un minimarket che vende cianfrusag­lie e bevande anche alcoliche (foto Panegrossi/LaPresse)

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