«Promesse non mantenute»: Cialdini lascia il vertice di Roma Metropolitane
Prima il vertice in Campidoglio, poi l’addio polemico: Pasquale Cialdini si è dimesso dal ruolo di au di Roma Metropolitane, la municipalizzata che fa da stazione appaltante alle opere pubbliche più delicate in materia di trasporti e gestisce i contenziosi coi costruttori 1 miliardo di euro sommando i ricorsi -. Cialdini era stato nominato da Virginia Raggi nel dicembre 2016, quando l’indirizzo era di dismettere la società e internalizzare i servizi. Nel settembre 2017, però, il Campidoglio ha approvato una delibera di riorganizzazione delle partecipate, prevedendo per Roma Metropolitane il salvataggio e poi lo scorporo delle attività di progettazione. Ma senza mai ricapitalizzare l’azienda e non permettendo ai vertici di approvare i bilanci 2015, 2016 e 2017, tutti chiusi in rosso: negli ultimi mesi Cialdini ha spesso minacciato di portare i libri in tribunale. Finché si è dimesso. Motivo? «Attriti con la burocrazia capitolina che non ha provveduto a riconoscere crediti a Roma Metropolitane». Poi ha aggiunto: «Gli stipendi di agosto sono garantiti, poi non so». Intanto in Regione Lazio è giallo sul franco tiratore che mercoledì non ha sostenuto Nicola Zingaretti. Il nome che circolava era quello di Eugenio Patanè che, però, ha dichiarato di aver votato «seguendo l’indicazione del gruppo Pd».