Corriere della Sera (Roma)

Una sola strada lunga 100 metri Montenero, il borgo millenario

La via è intitolata a Roma e unisce la chiesa e la rocca di origini medievali

- di Giuseppe Pullara

Anche Montenero, allineato da almeno mille anni in bilico su un costone di roccia in mezzo ai boschi della Sabina, ha pagato il suo tributo di caduti alle due grandi guerre del «secolo breve». Il doppio monumento che li ricorda, davanti all’ex casa del podestà, ne conta sette per il ‘15-‘18 e dodici per l’«inutile strage» successiva. Il paesetto ora ha poco più di duecento abitanti, ma cinquant’anni fa superava le settecento anime: e si può capire meglio il numero delle vittime della guerra.

Come tutto il resto a Montenero, anche il monumento patriottic­o si affaccia su via Roma. La biblioteca, la macelleria (chiusa), la Posta (aperta a giorni alterni), il Roma Club e tutte proprio tutte le case in unico filare. Montenero è infatti costituito da una sola strada dedicata – come poteva essere altrimenti? - alla Capitale. La via, piastrella­ta in eleganti scaglie di porfido con i lati in pietra bianca, unisce per dritto la chiesa e, sviluppand­osi in scalinata, la rocca d’origine medievale che ha avuto nel tempo tanti signori tra i quali gli Orsini: è quindi conosciuta come Castello Orsini, il punto più estremo di Montenero. La parrocchia, una modesta facciata metà Ottocento che evoca sommessi slanci barocchi, è dedicata a San Cataldo patrono. L’interno supera le attese e con l’abside si chiude, all’estremità sud, il paese.

In meno di cento metri si allinea a destra e sinistra l’intero villaggio, un po’ come a Cooper Pedy, in Australia, dove in pieno deserto sfilano sull’unica strada le case dei cercatori di opale. A Montenero, così chiamato perché un tempo vi si ricavava una scura pietra focaia, non ci sono altre strade. Dalla parrocchia, in piazza Dante Alighieri, in basso, si vede piazza del Municipio, alla fine di via Roma proprio ai piedi del Castello, in alto. Il regista Giuseppe Tornatore vi ha girato tre anni fa scene de «La corrispond­enza» con Jeremy Irons. Davanti al Comune, un bar-alimentari ristora paesani e i rari occasional­i visitatori. In parallelo a via Roma, ma su un altro costone della montagna, aspetta paziente il cimitero.

Ma Montenero, oltre al record dell’unica strada che lo costituisc­e, ha un’altra particolar­ità: rende ben visibile il contrasto tra la buona intenzione della Regione Lazio di tutelare i borghi antichi e la connessa penuria di mezzi finanziari che dovrebbero sostenere i propositi conservati­vi della società contadina. Infatti una decina d’anni fa ci fu uno stanziamen­to finalizzat­o al restauro delle facciate delle abitazioni e all’interramen­to degli orrendi cavi elettrici che volano tra un tetto e l’altro nella maggior parte dei paesi. E così la prima metà di via Roma ha un aspetto piacevole, con quei colori pastello scelti da qualche sovrintend­enza. Dopo il monumento ai «nostri eroi» Montenero scivola nel consueto scenario offerto da tanti altri villaggi, con case scalcinate e mezzo diroccate, con una rete di tracce aeree che, in fondo, evocano la modernità.

Bisogna dire che i capillari dell’arteria centrale cercano in ogni modo di pervadere di serenità l’intero paese. I vicoli laterali che in pochi metri scoscesi si aprono sul doppio baratro a cui è sospeso il minuscolo centro reatino portano i nomi della Natura quando ci vuole incantare: vicolo dei Ranuncoli, della Malva, del Non-ti-scordar-di-me, dell’Agrifoglio, delle Ghiande e, naturalmen­te, dell’Olivo, la pianta che dà benessere a tutto il territorio, trascurato peraltro dai vari gestori telefonici che lasciano Montenero «senza campo». Senza l’ossessione del cellulare, in fondo può essere meglio così.

Restauro a metà Mai finito il restauro delle facciate delle case e l’interramen­to i cavi elettrici

Il silenzio Un altro record del centro abitato, condiviso con pochi altri, è che non c’è campo per i cellulari

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Decorazion­e Via Roma è piastrella­ta in eleganti scaglie di porfido con i lati in pietra bianca. Vi si affacciano il monumento patriottic­o, la biblioteca, la macelleria (chiusa), la Posta (aperta a giorni alterni), il Roma Club e tutte le case

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