Corriere della Sera (Roma)

I SEMAFORI NASCOSTI E I RISCHI

- Di Maurizio Caprara

Se si forma una macchia d’olio su una carreggiat­a, vigili urbani e addetti alle pulizie devono intervenir­e per evitare che auto e motociclet­te sbandino nel passarci sopra. Se si allaga una strada, pompieri e tecnici devono raggiunger­e il posto e rendere sicura la via di comunicazi­one. Da mesi davanti a numerosi semafori di Roma sono cresciuti rami e foglie di alberi vicini. Il segnale del verde, collocato in basso, nei migliori di casi si vede. La luce del rosso, che sta in alto, molto spesso no. Nessuno interviene. Che fine ha fatto il Servizio giardini del Comune? Che fine ha fatto il Comune? Che fine ha fatto, al Comune, il senso del dovere verso la collettivi­tà? Purtroppo, anche questa dei rami e delle foglie è una metafora dello stato di abbandono nel quale si trova Roma. Non soltanto dell’inadeguate­zza dei vertici della sua amministra­zione, ma della marcescenz­a di un sistema. Da chi sta in alto questa marcescenz­a viene assecondat­a, coltivata. Quasi coccolata, pur di rimanere dove si è. La prendono l’automobile la sindaca e gli assessori comunali? Li alzano talvolta gli occhi verso l’alto? Si accorgono dei rischi ai quali questa incuria mette la popolazion­e? Nel dubbio che mentre le foglie coprono i semafori i vertici del Comune si coprano gli occhi, a pagina 2 con una fotografia forniamo un campione del fenomeno in questione. Qualcuno probabilme­nte sarà pronto a dire che l’assenza di manutenzio­ne è dovuta ai tagli della spesa pubblica.

Può darsi. In un’amministra­zione che sarebbe impreciso definire snella circa 23mila dipendenti - una redistribu­zione delle forze la possono tuttavia realizzare sindaca e assessori. Malgrado gli agganci con supreme sfere non lo Stato con il quale Roma confina, il Vaticano. Né l’Unione Europea, da alcuni incolpata di ogni male. E coloro che governano il Comune dove stanno? Qualora non avessero i fondi necessari, ne vogliono rendere conto ai cittadini e agli elettori? Perché, se davvero la colpa fosse altrui, quei fondi non li reclamano a gran voce e non si danno da fare con intelligen­za e azione politica per ottenerli?

L’incuria materiale sulla potatura degli alberi agevola gli incidenti stradali, produce insicurezz­a e propaga squallore. L’incuria morale - abdicare ai propri doveri - denota viltà. È contagiosa. E non genera onore.

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Via Paisiello

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