I SEMAFORI NASCOSTI E I RISCHI
Se si forma una macchia d’olio su una carreggiata, vigili urbani e addetti alle pulizie devono intervenire per evitare che auto e motociclette sbandino nel passarci sopra. Se si allaga una strada, pompieri e tecnici devono raggiungere il posto e rendere sicura la via di comunicazione. Da mesi davanti a numerosi semafori di Roma sono cresciuti rami e foglie di alberi vicini. Il segnale del verde, collocato in basso, nei migliori di casi si vede. La luce del rosso, che sta in alto, molto spesso no. Nessuno interviene. Che fine ha fatto il Servizio giardini del Comune? Che fine ha fatto il Comune? Che fine ha fatto, al Comune, il senso del dovere verso la collettività? Purtroppo, anche questa dei rami e delle foglie è una metafora dello stato di abbandono nel quale si trova Roma. Non soltanto dell’inadeguatezza dei vertici della sua amministrazione, ma della marcescenza di un sistema. Da chi sta in alto questa marcescenza viene assecondata, coltivata. Quasi coccolata, pur di rimanere dove si è. La prendono l’automobile la sindaca e gli assessori comunali? Li alzano talvolta gli occhi verso l’alto? Si accorgono dei rischi ai quali questa incuria mette la popolazione? Nel dubbio che mentre le foglie coprono i semafori i vertici del Comune si coprano gli occhi, a pagina 2 con una fotografia forniamo un campione del fenomeno in questione. Qualcuno probabilmente sarà pronto a dire che l’assenza di manutenzione è dovuta ai tagli della spesa pubblica.
Può darsi. In un’amministrazione che sarebbe impreciso definire snella circa 23mila dipendenti - una redistribuzione delle forze la possono tuttavia realizzare sindaca e assessori. Malgrado gli agganci con supreme sfere non lo Stato con il quale Roma confina, il Vaticano. Né l’Unione Europea, da alcuni incolpata di ogni male. E coloro che governano il Comune dove stanno? Qualora non avessero i fondi necessari, ne vogliono rendere conto ai cittadini e agli elettori? Perché, se davvero la colpa fosse altrui, quei fondi non li reclamano a gran voce e non si danno da fare con intelligenza e azione politica per ottenerli?
L’incuria materiale sulla potatura degli alberi agevola gli incidenti stradali, produce insicurezza e propaga squallore. L’incuria morale - abdicare ai propri doveri - denota viltà. È contagiosa. E non genera onore.