Fondo Palma Bucarelli, sparita bolla papale
Libri e quadri preziosi tra i topi
Dall’inchiesta sugli ex vertici dell’Accademia di San Luca nuovi dettagli sulla dispersio- ne e l’incuria di un incredibile patrimonio artistico. I libri di Bucarelli? «So’ scarti». Nelle intercettazioni dei carabinieri emerge indifferenza al ‘500: la sparizione di una bolla papale del 1588 che disponeva la donazione della chiesa dei Santi Luca e Martina all’accademia dei pittori neppure è stata denunciata. Noia verso il Barocco: uno schizzo del «Mosè salvato dalle acque» di Solimena finisce fra gli arredi di un notaio romano anziché dietro una teca dell’accademia stessa. Insensibilità anche nei confronti del ‘900: il fondo Bucarelli è stato per anni fra topi e muffe.
Indifferenti al Cinquecento: la sparizione di una bolla papale del 1588 che disponeva la donazione della chiesa dei Santi Luca e Martina all’accademia dei pittori neppure è stata denunciata. Annoiati dal Barocco: uno schizzo del «Mosè salvato dalle acque» di Solimena finisce fra gli arredi di un notaio romano anziché dietro una teca dell’accademia stessa. Superiori perfino al Novecento: migliaia di volumi — architettura, pittura, storia contemporanea — del fondo Palma Bucarelli hanno giaciuto per anni negli scatoloni inumiditi del sottotetto della chiesa fra polvere e muffe.
Non c’è secolo al quale Giorgio Ciucci, Angela Cipriani, Fabrizio Ambrosi De Magistris, Francesco Taddei, Francesco Moschini, Isabella Fiorentino, Valerio Palmieri, ex dirigenti dell’Accademia di San Luca, siano devoti ad eccezione, forse, del presente.
In attesa che il Tribunale fissi la data dell’udienza preliminare del processo nei loro confronti, per reati che vanno dal peculato all’appropriazione indebita passando per la distruzione del patrimonio artistico, affiorano dalle carte depositate dal pm Laura Condemi nuovi particolari su anni di mala gestio dell’ente finanziato da ministero dei Beni culturali e Regione. «Io tutti i giorni c’ho ‘sto spettacolo davanti, scarto Bucarelli e me sembra... anche perché scarto non è», lamenta un’accademica al telefono con l’esperto Lorenzo Cantatore. Il quale, sgomento, tenta di spiegare che cinquemila volumi della leggendaria ex direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna non sono esattamente spazzatura :« Scarto ... scarto ... allora ditemelo se ci sono scarti li riprendo io che so a chi darli, anche allo stesso Archivio di Stato». In un’altra intercettazione dei carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio emerge, incredibile, la verità: «I fondi Palma Bucarelli e Chiarini sarebbero stipati alla rinfusa senza essere stati adeguatamente catalogati, alcuni in locali non idonei all’interno del predetto istituto e altri all’interno di un magazzino in zona Boccea». Al telefono Moschini ricostruisce che il ritardo nella tutela di questi beni è dovuto al fatto che solo adesso sono riusciti a liberare le due stanze in cui erano custoditi «dai topi morti e dai libri ammuffiti».
Per placare forse il disappunto di Cantatore l’accademia decide di fargli un dono: un set di poltrone e sedie in legno antiquario della sala conferenze dell’Accademia. Chi se ne accorgerà tanto? «Uno dei custodi mi disse — fa mettere a verbale l’esperto — che potevo prenderne più d’una e così ne presi una decina...». Generosi con gli amici, ma soprattutto sportivi con un patrimonio che non gli appartiene, i vertici di San Luca prestano informalmente alla Hertziana alcuni disegni (secoli XVI-XIX). Lo fanno così, in amicizia, senza avvisare la Soprintendenza ma soprattutto senza alcuna copertura assicurativa. San Luca non gliene vorrà. In cambio, anzi, della sua «stravagante» gestione la Cipriani non solo ottiene la disponibilità di un appartamento in via del Babuino ma riesce a veicolarne uno perfino alla figlia.