Fascisti su Tinder e amori da single per Daniele Fabbri
Domani sul palco del Lido di Ostia, per il festival Teatri d’Arrembaggio, il monologo di Daniele Fabbri sui conflitti di un giovane uomo single
Ritrovarsi single a trentacinque anni nel 2018, dopo una love story rasa al suolo dalla fatidica crisi del settimo anno, significa doversi affacciare su un mercato degli innamorati che somiglia a un girone infernale regolato da decine di nuove App sugli smartphone e da un vorticoso sistema di ammiccamenti virtuali e like sui profili degli sconosciuti.
Per un amore al tempo dei social con ritmi e dinamiche che, per i non abituati al trantran del rimorchio on line, può diventare tutt’altro che semplice o allegramente spassoso. Parola di Daniele Fabbri, che domani sera porta al Teatro del Lido di Ostia il suo ultimo monologo Fascisti su Tinder nell’ambito del festival Teatri d’Arrembaggio, a cura della compagnia Valdrada. Uno one man show autobiografico e dal piglio comico-sociologico in perfetto stile stand up comedy, che Fabbri condisce di sketch sulla religione e i massimi sistemi. Senza risparmiare nessuno, neanche Papa Francesco. «Rispondo puntualmente a Bergoglio su Twitter ma ricevo in cambio solo indifferenza — rivendica sul suo sito il comico romano — chissà che prima o poi non mi chiami».
Incontenibile e senza filtri. Fabbri — classe 1982, attore, autore radiotelevisivo, collaboratore storico di Giorgio Montanini e fumettista satirico (nel 2016 il suo fumetto Quando C’era LVI, realizzato
con Stefano Antonucci, è balzato agli onori della cronaca nazionale per un agguato ricevuto durante una fiera di settore da parte di esponenti di spicco di un partito neofascista) — ha il dono del sarcasmo ma certamente non quello della diplomazia. E lui non se ne rammarica, anzi cavalca la cifra della schiettezza sfornando battute che toccano anche i temi più scivolosi: politica, fede, censura, sesso e omosessualità.
«Sappiamo ancora distinguere il confine tra serio e faceto? Siamo in grado di capire quando c’è un vero allarme sociale e quando sono solo
polemiche per far piangere il web? È giusto che un trentacinquenne torni single dopo sette anni di relazione importante e tenti di rimorchiare le milf su Tinder parlando di Pasolini e Che Guevara? Perché la verità è che, comunque, con Pasolini e Che Guevara ancora si acchiappa! E invece col Duce?». Sono queste le domande
appuntite che scandiscono i diversi momenti dello spettacolo, in cui Fabbri racconta il conflitto di un giovane uomo in bilico tra il concedersi una seconda adolescenza a colpi di sesso libertino, serie tv, videogiochi e spensieratezza, e il richiamo dell’età adulta che spinge a una presa di coscienza sulla politica, la società, i cambiamenti globali.
«Sempre sperando che, in ogni caso, questo non pregiudichi il sesso libertino», precisa infine Fabbri con il suo talento comico senza ipocrisie per orecchie disinibite.
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«La verità è che, comunque, con Pasolini e Che Guevara ancora si acchiappa!»